SpazioArte: 27^ Perdonanza, arte e cultura tra l’Italia e la Francia

Sempre più ricca di eventi, di motivazioni religiose, artistiche e letterarie, eccoci alla “27ª Edizione del Perdono”, notoriamente “Perdonanza” per il suo in festa (popolare?), ovvero all’ormai storico gemellaggio tra la Francia e l’Italia, tra Verdelais e L’Aquila. In terra francese, nel 2018, l’Association Lucozart si è alleata con l’Association Root’Arts”, accogliendo mostre in Verdelais (luogo sacro dell’Ordine dei Celestini), a Bordeaux (con l’inaugurazione in occasione della “Nuit des Muséees” in Francia), a Malagar (la città di François Mauriac, lo scrittore francese di ispirazione cattolica, Premio Nobel per la Letteratura nel 1942). L’intervento del Sindaco di Bordeaux, Alain Juppé (Ministro di Stato per gli Affari Esteri ed Europei del III Governo Fillon), all’inaugurazione delle rassegne, è una nuova conferma di quanto importante venga considerato lo storicizzato gemellaggio soprattutto tra le due associazioni (Lucozart e Spazio Arte).

Il programma proposto in Francia dal Circolo Culturale Spazio Arte, nel Dipartimento della Gironda della Nuova Aquitania, ha preso le mosse dai versi sulla “Trasumanza” di Gabriele D’Annunzio (…andiamo è tempo di nigrare…”). Non poteva essere altrimenti considerato il noto soggiorno-esilio del Vate in Arcachon (1910-1915) e l’esplicita chiamata in causa di François Mauriac. Il gemellaggio letterario (Italia-Francia) si è innescato ad un percorso viario, dalla “Transumanza” in Italia alla Via Francigena” in Francia. Il tutto documentato dall’eco figurativo della “prima”nell’opera di Remo Brindisi e da 14 disegni nella mostra “La Società Pastorale” di Giorgio Cappella.

A Verdelais, ricordando Tolouse Lautrec ( Albì 1864 – Malromé-Bordeaux 1901) , l’Association Lucozart ha proposto la mostra “La mia Parigi”, stralciando dal taccuino degli appunti grafici del Direttore-Artistico e Critico d’Arte Emidio Di Carlo; taccuino relativo ai trascorsi parigini negli anni 2007-2008.

A completamento delle mostre: quattro grandi tele con una libera figurazione dell’artista aquilano sono andate anche verso la Spagna, lasciando in Francia disegni e calcografie di Cesare Serafino (Spilimbergo), di Michele Carlucci (Bari), Aldo Petrini (Montegranaro/Ascoli Piceno), Massimo Di Febo (Castilenti/Teramo).

In Italia, il gemellaggo ha avuto inizio in Orvieto, nell’ambito della mostra Internazionale d’Arte Contemporanea “Diverso da te”, ordinata dall’Association “Aion Arte” di Spoleto/Leonessa in collaborazione con “Spazio Arte” e presentata dal citato critico aquilano. Ora il gemellaggio avrà un seguito, all’interno del Chiosto di San Franceso, in Leonessa, nella mostra “Senza titolo”, un excursus figurativo sulla “creatività del colore”. “Spazio Arte” mostra ben 27 opere di 15 artisti francesi; mostre realizzate su un ipotetico viaggio in Italia, compiuto con vari mezzi (Mongolfiera, canoa, vespa, cinquecento, ecc.,) portandosi dietro (nell’insolito “bagagliaio”) i “Cyprès” di Malagar. Nella ricca e specifica figurazione appaiono: il paesaggio toscano, la Torre pendente di Pisa, la maschera per il Carnevale di Venezia, lo “stivale”, il fluire del linguaggio del colore nelle opere e nel ritratto di Mauriac: opere degli artisti: Geneviéne Aimasso, Sevérin Bord, Christelle Dariet, G.A. Charlie, Gabrielle Furlan, Monique Garles, Juanico, Dominik Lobera, Florent Lucea, Sandrine Malaurie, Ney Emery Mirabel, Céline Plessis, Sabine Peyré,

Tutto questo nel programma di “Spazio Arte”, con inizio di un “Giubileo” il 26 agosto 2018, fino al 7 settembre, bel oltre il giorno del grande “Perdono” di Papa Celestino V che viene ricordato nella Basilica di Collemaggio del capoluogo d’Abruzzo, il 28 di agosto. In occasione della mostra “Leonessa a colori”, alcuni artisti (Florent Lucea, Sevérine Bord, Cesare Serafino) hanno offerto la propria creatività con una “rosa”, di certo un simbolico omaggio alla “Città d’Arte” dovuto anche alla collaborazione di “Spazio Arte” con l’Associazione Culturale “Terra & Mare” di Roseto degli Abruzzi, città dell’Adriatico già rifugio a seguito del terremoto del 2009, poi divenuta anche nuova residenza per molte famiglie aquilane.