Legambiente, “Stop alle cave”

Con 265 cave attive e 640 abbandonate in Abruzzo è improponibile il progetto di una nuova cava a Bussi, un area  tra l’altro già compromessa pesantemente da discariche ed inquinamento su un bacino idrografico fortemente a rischio.
Legambiente ribadisce lo stop a nuove cave e al consumo di suolo in Abruzzo, specie nell’area a rischio di Bussi e invita la classe politica e dirigente abruzzese ad uscire fuori da questo “nanismo politico” e a guardare avanti, puntando su un modello di sviluppo green.
Bisogna uscire fuori da  modelli economici senza nessun futuro, occorre mettere in campo proposte in linea con gli indirizzi delle norme licenziate dalla commissione europea che detta le linee guida e i finanziamenti sull’economia circolare. Basta rincorre aziende che non innovano ma facciamo crescere i mercati realmente economicamente sostenibili e che oggi parlano, a livello mondiale, di sostenibilità ambientale e sociale.
La sfida dell’economia circolare riguarda anche al mondo delle attività estrattive, perché è possibile ridurre il prelievo di materiale e l’impatto delle cave nei confronti del paesaggio, dare una nuova vita ad una cava dismessa e percorrere la strada del riciclo degli aggregati. A dimostrarlo sono tanti paesi europei che hanno deciso di puntare sul riciclo degli inerti. La nostra regione è ancora inadempiente sul piano cave e questo non è più accettabile anche alla luce della riproposta di progetti insensati: bisogna dare un taglio a tutto questo.
“E’ tempo che l’Abruzzo esca fuori dal suo “nanismo politico” – dichiara Giuseppe Di Marco, presidente Legambiente Abruzzo – e raccolga le sfide e le opportunità del cambiamento radicale che è in corso, a livello europeo e mondiale, verso una economia decarbonizzata, mettendo le risorse rinnovabili e il consumo di suolo al centro di questo nuovo percorso. Va promossa una profonda innovazione nel settore delle attività estrattive e va scelta la strada del riciclo, seguendo le buone pratiche di una moderna gestione delle risorse e sviluppando un settore economico capace di legare ricerca e innovazione nel recupero dei materiali. E’ tempo di guardare al futuro con le eccellenze che l’Abruzzo ha dimostrato di avere e che sono state premiate nella nostra ultima edizione del Treno Verde: I campioni dell’economia circolare. Ritornare a discutere in modo ciclico su progetti insensati e fuori mercato, è un’offesa all’intelligenza degli abruzzesi ed uno scippo alle nuove generazioni della loro concreta possibilità di lavoro nelle uniche realtà innovative possibili”.