Arte Rieti: Leonessa a colori (Ciò che è senza nome)

Leonessa a colori (Ciò che è senza nome) 4 Expo d’arte contemporanea internazionale

All’interno del Chiostro di San Francesco “Mauro Zelli”, nella città di Leonessa, si è svolto un importante appuntamento con l’Arte, con la A minuscola.
Il titolo che è stato dato alla manifestazione è quello di “Leonessa a colori” e come ben dice la presidente della locale Pro Loco Elena Rauco “un titolo più bello non poteva essere scelto per la nostra città e l’expo di Arte contemporanea 2018 che Leonessa ospita”.
La rassegna artistica 2018 vede la direzione artistica diretta dal maestro Massimo Bigioni.
Da sottolineare che la città di Leonessa ha dato prova di possedere il coraggio di rialzarsi e di andare avanti, dopo aver subito il periodo difficile e cupo del post sisma, è oggi, anche grazie a questa mostra artistica, da modo di risvegliarsi a colori.
Appunto il colore è la parte predominante di questa mostra che nel Chiostro di San Francesco da prova, grazie a valenti artisti, di essere ancora una volta protagonista nel mondo artistico italiano.
La manifestazione ha visto oltre al patrocinio del comune di Leonessa, della Pro Loco, e ai Aion Arte, anche i vari parter che rispondono ai nomi di Circolo culturale Spazio Arte (L’Aquila), il periodico Abruzzo AZ, la Corale San Giuseppe da Leonessa, Lucozart Verdelais (Francia), Fondazione Arte senza Frontiere, Frati cappuccini di Leonessa, Associazione famiglie disabiliti Terni, del Circolo Filatelico Numismatico Rosetano e dell’Associazione Culturale Terra e Mare due sodalizi di Roseto degli Abruzzi(TE).
Lasciamo la parola per le varie descrizioni artistiche dei partecipanti all’Expo 2018 al critico d’arte Emidio Di Carlo, sempre presente con professionalità e convinto sostenitore di Leonessa “Città d’Arte”.
Qui di seguito l’intervento di Emidio di Carlo.

“Ciò che è senza nome è il principio del cielo e della terra”. Ecco una massima del Taoismo, antica religione-filosofica cinese, da cui trae spunto il filo conduttore della mostra d’arte internazionale che è proposta in Leonessa, nel chiostro di San Francesco. La rassegna del 2018 non ha, infatti, un titolo; non ne ha il bisogno, ma ha un motivo informatore. Nelle opere presentate gli artisti avvertono l’avanzare dell’incertezza, l’assalire del dubbio, la necessità di non riuscire a tradurre in una dicitura l’insieme dei valori all’origine dei loro lavori, l’uno più importante o fondamentale dell’altro. Il titolo, alla fine, svanisce nel “Senza titolo”; per riapparire, miracolosamente, in una “Leonessa a colori”. Siamo ben oltre l’occasionale pretesto. Compaiono così una molteplicità di contenuti. Il passato riaffiora nel presente con innovazioni formali e un linguaggio del colore, carico di interessi umani. La nuova avventura non tradisce il lungo cammino poeti
co nella storia dell’arte.
Dato il tributo all’Oriente, ci si proietta nell’Occidente.
Nel nuovo scenario cromatico il pensiero platonico ha fatto strada. Nel dualismo cristiano le immagini si configurano come “Corpo” e “Spirito”, “Materia” e ”Anima”.

“Cielo” e “terra” si rincorrevano, con specifiche sfaccettature, nei precedenti eventi internazionali di Leonessa, ovvero le rassegne del 2016 e del 2017, con ascendente “vitalità” cristiana e, naturalmente, sulla scia di due campioni del Cristianesimo, San Giuseppe da Leonessa e San Francesco d’Assisi.
La spiritualità, in quanto astrazione poetica, resta il movente di qualsivoglia opera d’arte. Più la trascendenza è forte più la “concretezza figurativa” ne guadagna, impregnando il linguaggio di arte poetica.

La mostra di Leonessa è ricca di una varietà iconica, figurativa e astratta; si va dal paesaggio alla esemplificazione della natura umana.
Gli artisti: Bandieri Giuliano, Barigelli Rita, Battilocchi Gabriella, Bigioni Massimo, Bomba Ada, Bracciantini Monica, Carbonetti Luigi, Carmignani Marianna, Cintio Giacomo, Croce Veronica, De Carolis Lucia, Di Nardo Fabrizio, Fainelli Roberto, Ferrucci Miriam, Gigi Giorgia, Giustini Paola, Gunnella Fabrizio, Maddalena Paola, Maiorini Piergiorgio, Maqueira Luiva, Moretti Rossana, Morini Fabrizio, Nardi Antonella, Nicolini Stefania, Owens Antonia, Owens Francesca, Petrini Aldo, Pianosi Marsilio, Piccioni Luigi, Pozzi Paolo, Rauco Angelo, Rufini Felice, Scatola Dario, Tiberio Raimondo, Tipaldi Renata, Valan (Antonio Valentini), Venturini Cinzia, Venturini Lolita, Volpi Giulio, Zelli Angelo, Zucconi Stefania.

Attraverso il disegno e, soprattutto il colore, ogni opera esplicita un anelito cristiano. Il “credo” muove l’esperienza quotidiana dell’uomo-artista che diviene così interprete e portatore di un messaggio cosmico nel presente.

“Il regno di Dio – scriveva François Mauriac a Louis Aragon – va oltre le frontiere della Chiesa visibile e io sono certo che anche voi conoscete dei santi”. La convinzione del bordolese Premio Nobel per la Letteratura nel 1952 (attribuzione che ha consacrato il carattere universale dell’opera del romanziere, poeta, saggista, drammaturgo e giornalista Mauriac) trova sintonie nelle opere proposte a Leonessa; opere nelle quali il fare e il lessico figurativo sono intrise di umanità corrente e volontà divina.

In un saggio François Mauriac (Bordeaux 1885- Parigi 1970), commentava così l’immagine fotografica della Sacra Sintone di Torino: “[…] Se accettiamo per vera questa immagine, la cui manifestazione, dopo tanti secoli, era riservata alla nostra epoca, grazie a una delle scoperte di cui si mostrò così orgogliosa, non possiamo negare che Gesù sia stato di una statura maestosa e che il suo volto regale suscitasse forse adorazione ancor più che amore. È strano che, per una misteriosa derivazione, quasi tutte le immagini del Cristo trionfante inventate dai pittori, dalle prime effigi bizantine fino ai Cristi di Giotto, del Beato Angelico, di Raffaello, di Tiziano e di Quentin Metsys, derivano da questo disegno misterioso nascosto nella Sacra Sindone e di cui nessuno dei numerosi artisti che lo riprodussero sospettava l’esistenza”.

La citazione non vuole essere fortuita, trovando la molteplicità dei riscontri nella mostra in Leonessa. Il pensiero di François Mauriac svela l’accaduto nell’imprevedibile, il vero nel mistero, la “terra”, appunto, e il “cielo”. Egli fu, infatti, maestro nell’arte del descrivere le passioni che tormentano gli esseri umani. Nelle opere, che sono state consegnate alla storia, si riflettono le tematiche umane e cristiane già segnate nella vita dai due citati Santi legati alla cittadina reatina.

Va ricordato che l’esordio dello scrittore – il Centre d’Etudes Malagar è sito nei pressi di Verdelais nel Dipartimento della Gironda (Aquitania, Francia), è avvenuto con un articolo pubblicato su “La vie fraternelle”, voce del movimento progressista cattolico “Sillon” animato da Marc Sangnier, di impronta operaia e popolare. A seguito di una conferenza di Sangnier a Langon, cittadina delle Lande, Mauriac disse: “Il évoque Jésus même au milieu de nous… On ne voit plus que son âme”.
Per questo, i contenuti, profondamente umani e al contempo del transeunte, traspaiono già dai titoli di alcune sue opere: “L’Enfant chargé de chaînes” (1913), “La Robe prétexte” (1914), “La Chair et le Sang” (1920), “La Paroisse morte” (1921) “Préséances” (1922), “Le Baiser au lépreux” (opera del 1922 stampata in 18.000 copie), “Ce qui était perdu” (1930), Trois grands hommes devant Dieu (Molière, Rousseau, Flaubert)” (1930), “Souffrances et bonheur du chrétien” (1931), “Le Jeudi Saint” (1931), “Noeud de vipères,” (1932), “biographie de Sainte Marguerite de Cortone” (1941(. “Passage du Malin” (1947), “Feu sur la terre” (1949), “L’Agneau” (1953), “Paroles catholiques” (1954), “Le Pain vivant” (1955), “Le Fils de l’homme” (1958), “Ce que je crois” (1958).

Vi emergono le denunce spietate sull’avarizia, sull’orgoglio, sull’odio, sulla sensualità, sull’avidità e su quant’altro offerto dall’esuberante dominio della borghesia di provincia. Lo scrittore accentua il giudizio critico sul grigio mondo borghese in nome dei valori religiosi. Tra queste opere occorre, di certo, evidenziare per un’opportuna lettura del Mauriac cattolico, la “Vie de Jésus” (1936), ovvero l’opera chiave che ha consentito allo scrittore, già studente nei Maristi, di uscire dal ghetto di una letteratura ordinaria, svelando la voce dello spirito inquieto e tormentato; oltre al breve testo intitolato “Ce que je crois” del 1958, l’opera in cui l’autore esprime la sua fedeltà a Cristo.

Nel 2018 Mauriac e Leonessa hanno un legame in più, poiché dalla Francia, giungono ad arricchire il nuovo evento culturale e artistico, le opere degli artisti di due associazioni: “Lucozart” e “Root’Arts”.
Si tratta di opere, già presentate nel Centre Mauriac de Malgar il 19 maggio, in occasione della “Nuit des Musées”, dagli artisti delle citate associazioni e espressamente inviate in Italia e a Leonessa con intento di approfondimento sui valori cattolici d’Oltralpe.
Merita precisare anche che a “Malagar” le opere dei francesi sono state arricchite con dei lavori giunti dall’Italia – nel quadro di un gemellaggio culturale – a firma degli artisti di “Spazio Arte” di L’Aquila e di “Aion Art” di Leonessa/Spoleto.

Le opere degli artisti francesi giungono non solo da “Malagar”, ossia dal luogo che fu proprietà di François Mauriac dal 1926 e sono il frutto di un ipotetico viaggio compiuto dalla Regione Toscana alla Regione Aquitania. Gli artisti francesi hanno, difatti, immaginato una singolare “Mille Miglia dell’Arte contemporanea”, prendendo a pretesto e portando a ‘bordo’ delle rispettive opere i “cypres” (i pini, appunto) presenti nel logo (e nel paesaggio) di Malagar; località dove campeggia proprio la Maison de Français Mauriac.

Ma veniamo ai contenuti delle opere proposte a Leonessa.
Significativo è il primo omaggio regalato da Florent Lucéa. Ci mostra una testa (umanizzata) di leonessa in un tripudio grafico-pittorico di rilevante gestualità, con un giro di rose e una sofferente natura “decorata” dal fluire delle lumache.

In una composizione, realizzata da Monique Lobera, François Mauriac affiora dal buio della notte con dei supposti illuminati testi letterari, a mo’ di carte ‘ritagliate’ matissiane. L’ispirazione tecnico-compositiva di Henri Matisse è presente anche in “Nadia”(1948) dove l’artista è attenta a una marcata linearità che essenzializza il volto. Viene, poi, incontro dalla notte il volto dello scrittore, della Ney (Emery Mirabel) con un felice acquerello che non trascura, nella parte alta i “cyprès” della natura in Malagar.

Quanto alle composizioni, nei “Ritratti” di Juanico trova sviluppo il gioco grafico formale della mail art. Il riferimento è a Keith Haring, ai suoi celeberrimi “omini” e al logo che ormai campeggia sui muri, sui tabelloni pubblicitari, e che hanno contaminato non poche opere d’arte della nuova generazione di artisti. L’esemplificazione del linguaggio grafico-compositivo si coglie anche in altra opera in cui i tre “cyprès”, con ipotetica “glorificazione letteraria“ di Daniel Bibes, viaggiano su un’ipotetica barchetta (letteraria) in giro per il mondo, simboleggiato quest’ultimo da un grande cerchio astrale. Qui avrebbe scritto Mauriac: “Ognuno di noi è un deserto: un’opera è sempre un grido nel deserto”.

Nelle opere degli artisti francesi la “merce pregiata” (i “cypres”) è presentata nel suo divenire, dalla piantagione (vedasi l’opera di Séverine Bord) al trasporto (cfr. l’opera di Céline Plessis), ai mezzi di trasporto “ndo” oltre nel suo “dio”: Chrystelle Dariet. con “Aerostato”, Charlie La Porte con “la vespa”, Sabine Peyré con “l’auto utilitaria”. In una visione più ampia: Genévieve Aimasso raccoglie le varie esperienze in Italia (a Milano; a Venezia per il Carnevale, alla Torre di Pisa); Sandrine Malaurie va anche oltre, effettuando il “giro del mondo” costellandolo di “cypres”.

Queste opere sono certamente degli d’assunti di un attivismo umano che, nella creatività operativa offerta dal bianco e nero, riconduce verso la dottrina dell’unità dei contrari, richiamata nell’incipit iniziale sulla mostra in Leonessa. Insomma si allude al principio di Eraclito e a quello di Lao Tse. Femminile, freddo, passivo, tenebroso il primo; maschile, attivo, luminoso, positivo il secondo. Di conseguenza, ciò che separa e che accomuna tale esemplificazione “dualistico-grafica” non può che essere l’espressione dinamica delle contrapposizioni.

I resoconti di viaggio da parte di Florent Lucéa sono espliciti (il percorso viario dalla Toscana alla Nuova Aquitania); sono carichi di colore, gestualità, riferimenti iconografici che fanno pretestuosamente e ipoteticamente pensare alla “Donna” (rivisitazioni della “Monna Lisa” di Leonardo o della “Venere” del Botticelli). In queste opere il “cielo” e la “terra” sono impregnati dal linguaggio informale e dal ‘colore’; fugano un ‘titolo’ specificatamente figurativo ed esaustivo.

Il grande dipinto di Gabrielle Furlan – senza dubbio memoria del paesaggio toscano – è in linea con l’obiettivo dell’appuntamento 2018 in Leonessa. Il passato e la tradizione figurativa si fondono nel paesaggio, ricco di colore, con infinitesimali grafico-formali di gestualità in chiara atmosfera mediterranea, con richiami alla Toscana e all’Aquitania di François Mauriac.

Nell’omaggio a Leonessa non poteva mancare, la “rosa”, sicché il fiore esalta ulteriormente l’evento reatino del 2018. L’omaggio a Leonessa è arricchito dall’opera di Cesare Serafino Augusto, artista-amico già presente in importanti mostre allestite da “AionArte” di Spoleto-Leonessa e “Spazio Arte” di L’Aquila. Non una, ma tre “rose” vengono consegnate nella circostanza per l’esposizione, per di più dipinte su tavola, come facevano gli antichi maestri medioevali (Duccio di Boninsegna, Cimabue, Gentile da Fabriano, Giotto, etc.); “rose”, ovviamente, espressione dell’ansia creativa dell’artista di Spilimbergo la cui sensibilità trascende l’aspetto strettamente realistico, in favore dell’impulsività formale e cromatica dinamicamente attive.

In “Leonessa a Colori” si rinnova anche l’antico gemellaggio, che coinvolse, nel passato, l’Associazione “Terra & Mare”, il “Circolo Filatelico e Numismatico” entrambi sodalizi di Roseto degli Abruzzi, e l’Association Lucozart di Verdelais (Francia).

Il preteso fu, al tempo, la “rosa”, una sorta di DNA inscindibile per la cittadina adriatica. Il ‘fiore’ e il ‘colore’ con le varianti cromatiche dal Sud al Nord in Europa e le cui peculiarità e la bellezza hanno reso famosi i luoghi in cui si coltivano, sono il “leit motiv” di una performance che oltrepassa il contingente, l’immanente, pervenendo al trascendente, insomma alla “candida rosa” del “Paradiso” dantesco.
Severine Bord, dell’Association Lucozart, si è lasciata attrarre dalla “rosa” effettuando un cammino narrativo e riflessivo costantemente imperniato sul rapporto quotidiano tra il fiore e la donna.
Se tante sono le rose, non da meno lo sono dunque i “colori” che esplicitano l’importanza delle opere d’arte presenti in Leonessa. Non a caso Marco Tullio Cicerone nel De finibus, 5,15,43 scrisse “Vis naturae quasi per caliginem cernitur” (“La forza della natura si scorge quasi attraverso una cappa di oscurità”).
Ciò perché non sempre i fenomeni naturali sono evidenti e immediatamente comprensibili.

Festival del Cinema Portobello di Londra: l’Italia rappresentata da Flavio Sciolè

Il regista rosetano Flavio Sciolè rappresenta l’Italia alla 23° edizione del Portobello Film Festival che si svolge in questi giorni a Londra.

Due suoi video, infatti, sono stati selezionati per il prestigioso festival inglese. Per l’autore si tratta della 14a partecipazione al festival che gli ha già dedicato retrospettive in passato.
Sciolè è stato selezionato per la sezione ‘Italian, Portuguese, Spanish Films’ ed i suoi corti saranno proiettati il 3 settembre al ‘The Muse Art Gallery’.

I video in concorso sono: ‘Giro Giro Tondo’ e ‘Guarda Dada’, il primo rievoca giochi ancestrali mentre il secondo è un omaggio al dadaismo.

Flavio Sciolè anno 1970, vive a Roseto degli Abruzzi, (Teramo), agisce da circa trenta anni nel cinema sperimentale ed i suoi film sono stati proiettati in tutto il mondo.
Nel 2018 ha partecipato a numerosi festival tra cui: San Giò Verona Video Festival, Ei fu siccome Dada, Malafemme Vol. 4.
Ad aprile ha tenuto un seminario presso l’Accademia di Belle Arti de L’Aquila mentre a giugno è uscito in DVD per la CG Entertainment il film ‘Pianosequenza’ diretto da Louis Nero che vede Sciolè tra i protagonisti (pellicola presentata alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2004).
Regista di teatro, a fine giugno è uscito per la Holy Edit ‘Del Grottesco’, il suo secondo libro di opere teatrali.

Qui di seguito elenchiamo la programmazione dei film prevista con nome del regista e titolo del film:

Sezione Italian, Portuguese & Spanish Films

6 – 10.30 pm

iViva Kino! Lia Beltram 60 mins U
Riding through towns, villages and missions founded by Fr.Kino in the 17th Century. The wall on Mexican /USA border, the Pina People, the desert, deportees…
Bio/Human Rights Documentary Italy

Guarda Dada Flavio Sciole 5 mins 12A
A video for Dada (Art Movement).
Experimental Film Italy

Giro Giro Tondo Flavio Sciole 10 mins 12A
Ring a ring o’ roses.
Experimental Film Italy

Confort TV Ivan Valencia 10 minutes 12A
Jaimie is an actor who survives by filming tele-shopping spot. One day, while recording the advert of a mattress, he anxiously awaits the call of a producer who must confirm him the chance of a lifetime in a television series.
Comedy Spain

Rip Pole Jorge Yudice 1 min 12A
The ultimate tool to be the master of every single like. Rip Pole is the app you’ve been waiting for.
Comedy Spain

Z Fest David Cordero 16 mins 15
Having a fight with your girlfriend inside a tent during a music festival and finding out that you are surrounded by zombies ….. maybe it’s not the biggest problem you have. Or is it? Yep. Pretty sure it is. Definitely.
Comedy Spain

Her world Cristian Scardigno 10mins 15
A 7 year old child walks in an airport restroom. In a few minutes her life changes dramatically.
Italy Drama

Por Tua Testemunha (As Your Witness) Joao Pupo 18 mins 12A
Ivo Moura is a man with a purpose but nature deviates from his path.
Drama Portugal

Uma Vida Sublime Luis Diogo 142 mins 15
Dr.Ivan has found two radical cures for unhappiness: the diagnosis of fake terminal cancers and the temporary elimination of the five senses. But will the therapies result, or do they have unforeseeable side effects?
Thriller Portugal

SpazioArte: 27^ Perdonanza, arte e cultura tra l’Italia e la Francia

Sempre più ricca di eventi, di motivazioni religiose, artistiche e letterarie, eccoci alla “27ª Edizione del Perdono”, notoriamente “Perdonanza” per il suo in festa (popolare?), ovvero all’ormai storico gemellaggio tra la Francia e l’Italia, tra Verdelais e L’Aquila. In terra francese, nel 2018, l’Association Lucozart si è alleata con l’Association Root’Arts”, accogliendo mostre in Verdelais (luogo sacro dell’Ordine dei Celestini), a Bordeaux (con l’inaugurazione in occasione della “Nuit des Muséees” in Francia), a Malagar (la città di François Mauriac, lo scrittore francese di ispirazione cattolica, Premio Nobel per la Letteratura nel 1942). L’intervento del Sindaco di Bordeaux, Alain Juppé (Ministro di Stato per gli Affari Esteri ed Europei del III Governo Fillon), all’inaugurazione delle rassegne, è una nuova conferma di quanto importante venga considerato lo storicizzato gemellaggio soprattutto tra le due associazioni (Lucozart e Spazio Arte).

Il programma proposto in Francia dal Circolo Culturale Spazio Arte, nel Dipartimento della Gironda della Nuova Aquitania, ha preso le mosse dai versi sulla “Trasumanza” di Gabriele D’Annunzio (…andiamo è tempo di nigrare…”). Non poteva essere altrimenti considerato il noto soggiorno-esilio del Vate in Arcachon (1910-1915) e l’esplicita chiamata in causa di François Mauriac. Il gemellaggio letterario (Italia-Francia) si è innescato ad un percorso viario, dalla “Transumanza” in Italia alla Via Francigena” in Francia. Il tutto documentato dall’eco figurativo della “prima”nell’opera di Remo Brindisi e da 14 disegni nella mostra “La Società Pastorale” di Giorgio Cappella.

A Verdelais, ricordando Tolouse Lautrec ( Albì 1864 – Malromé-Bordeaux 1901) , l’Association Lucozart ha proposto la mostra “La mia Parigi”, stralciando dal taccuino degli appunti grafici del Direttore-Artistico e Critico d’Arte Emidio Di Carlo; taccuino relativo ai trascorsi parigini negli anni 2007-2008.

A completamento delle mostre: quattro grandi tele con una libera figurazione dell’artista aquilano sono andate anche verso la Spagna, lasciando in Francia disegni e calcografie di Cesare Serafino (Spilimbergo), di Michele Carlucci (Bari), Aldo Petrini (Montegranaro/Ascoli Piceno), Massimo Di Febo (Castilenti/Teramo).

In Italia, il gemellaggo ha avuto inizio in Orvieto, nell’ambito della mostra Internazionale d’Arte Contemporanea “Diverso da te”, ordinata dall’Association “Aion Arte” di Spoleto/Leonessa in collaborazione con “Spazio Arte” e presentata dal citato critico aquilano. Ora il gemellaggio avrà un seguito, all’interno del Chiosto di San Franceso, in Leonessa, nella mostra “Senza titolo”, un excursus figurativo sulla “creatività del colore”. “Spazio Arte” mostra ben 27 opere di 15 artisti francesi; mostre realizzate su un ipotetico viaggio in Italia, compiuto con vari mezzi (Mongolfiera, canoa, vespa, cinquecento, ecc.,) portandosi dietro (nell’insolito “bagagliaio”) i “Cyprès” di Malagar. Nella ricca e specifica figurazione appaiono: il paesaggio toscano, la Torre pendente di Pisa, la maschera per il Carnevale di Venezia, lo “stivale”, il fluire del linguaggio del colore nelle opere e nel ritratto di Mauriac: opere degli artisti: Geneviéne Aimasso, Sevérin Bord, Christelle Dariet, G.A. Charlie, Gabrielle Furlan, Monique Garles, Juanico, Dominik Lobera, Florent Lucea, Sandrine Malaurie, Ney Emery Mirabel, Céline Plessis, Sabine Peyré,

Tutto questo nel programma di “Spazio Arte”, con inizio di un “Giubileo” il 26 agosto 2018, fino al 7 settembre, bel oltre il giorno del grande “Perdono” di Papa Celestino V che viene ricordato nella Basilica di Collemaggio del capoluogo d’Abruzzo, il 28 di agosto. In occasione della mostra “Leonessa a colori”, alcuni artisti (Florent Lucea, Sevérine Bord, Cesare Serafino) hanno offerto la propria creatività con una “rosa”, di certo un simbolico omaggio alla “Città d’Arte” dovuto anche alla collaborazione di “Spazio Arte” con l’Associazione Culturale “Terra & Mare” di Roseto degli Abruzzi, città dell’Adriatico già rifugio a seguito del terremoto del 2009, poi divenuta anche nuova residenza per molte famiglie aquilane.

Un uomo dell’Abruzzo teramano fa onore a Pierre Cardin a Napoli


Tutta la cultura dell’Abruzzo Teramano al Teatro San Carlo di Napoli con il presidente dell’Associazione Culturale “Dal Vesuvio al Gran Sasso” Mario de Bonis ospite del grande Pierre Cardin in un evento di rilevanza nazionale.

Motivo di grande soddisfazione e orgoglio dare notizia dell’invito personale pervenuto al presidente dell’Associazione da parte di Monsieur Rodrigo Basilicati Cardin, nel quale si legge testualmente: “In occasione dei 70 anni di carriera di mio zio, Monsieur Pierre Cardin, la Maison ha deciso di portare in Italia lo spettacolo di teatro musicale “Dorian Gray – La bellezza non ha pietà”, liberamente tratto dal capolavoro di Oscar Wilde.

Lo spettacolo, affidato ad un team di giovani talenti, ha già ricevuto gli applausi dal pubblico di Parigi, Barcellona, Astana, Atene. Una operazione di mecenatismo voluta da Pierre Cardin allo scopo unico di generare cultura e riflessione.

Saremo al Teatro San Carlo di Napoli per la prima il 31 luglio ore 21:30 per poi concludere il tour a Venezia, al Teatro La Fenice.

Con la presente ho il piacere di invitarLa alla prima recita nella Città di Napoli. Lo spettacolo sarà preceduto da un esclusivo Cocktail e sarebbe un grande piacere ed un vero onore per noi averLa presente.

Mario e Celeste de Bonis parteciperanno all’evento partenopeo e nell’occasione avranno modo di salutare e rivedere l’attrice e presentatrice televisiva Eva Crosetta, che già intervistò mario de Bonis su RAI TRE, nel corso della trasmissione ” A prescindere”, dopo la recita dei versi napoletani del grande Eduardo de Filippo, del 1954, “Pasca e Natale”.

Il capolavoro del drammaturgo selezionato da De Bonis tra le oltre duecento sue poesie, forse meno conosciute solo per aver pagato un grosso prezzo alla maggiore notorietà delle sessanta commedie, tradotte in più lingue e conosciute in tutto il modo, oggi ha dato i suoi frutti.
La presentatrice ha voluto segnalare e inserire tra i pochissimi invitati il dott De Bonis, dopo essere rimasta colpita dalla spontaneità e alla competenza artistica di un uomo che ha deciso di valorizzare nel mondo uno tra i più influenti e bravi nell’arte della commedia che risponde al nome di Eduardo, un orgoglio nazionale di cui tutti noi siamo fieri.

Roseto: Art in Act a Villa Paris

A Villa Paris di Roseto degli Abruzzi si afferma il meglio dell’arte del mosaico contemporaneo e delle nuove tendenze interpretative grazie ad “Art in Act 006”.

Sabato 14 luglio è stata inaugurata, alle ore 18:00, la mostra delle opere dei partecipanti al quarto premio internazionale GAeM – Giovani Artisti e Mosaico – di Ravenna e le sezioni speciali dedicate a Dusciana Bravura, Matylda Tracewska, Sara Vasini e Bruno Zenobio.

In conferenza stampa di presentazione dell’evento ad opera dell’assessore al Turismo, Giorgio D’Ignazio, del direttore artistico di “Art in Act” Andrea Cingoli, della curatrice della mostra Linda Kniffitz e dell’artista Bruno Zenobio.

“Una iniziativa dall’elevato rilievo culturale come questa – ha esordito D’Ignazio – dimostra, una volta di più, che l’arte può rappresentare davvero il valore aggiunto della nostra offerta turistica. D’altronde, l’Abruzzo sta uscendo solo ora da ferite profonde legate al terremoto e ad altre vicende traumatiche – ha proseguito – ed è nostro dovere impegnarci per “coccolare” un po’ di più il turista che sceglie di trascorrere le proprie vacanze da noi”.

La rassegna, inserita nell’ambito della sesta edizione di “Art in Act”, è organizzata dalla fondazione Cingoli, in collaborazione con il MAR – Museo d’arte della città di Ravenna ed il Centro Internazionale di documentazione sul Mosaico ed è stata curata da Linda Cruz e Daniele Torcellini, che sono anche gli ideatori del concorso nato il 2011. Il GAeM, infatti, ha come obiettivo quello di portare alla luce le ricerche di artisti under 40 che adottano il mosaico come mezzo espressivo.

Il concorso, a cadenza biennale, è rivolto ad artisti che propongono opere realizzate nei modi più tradizionali del mosaico, o opere in cui siano impiegati materiali e tecniche non convenzionali, che abbiano però nell’estetica musiva un punto di riferimento. La mostra di Villa Paris è arricchita da quattro sezioni speciali dedicate a Dusciana Bravura, Matylda Tracewska, Sara Vasini, ed all’artista rosetano, di levatura internazionale Bruno Zenobio.

Il percorso della rassegna propone, unitamente alle quattro sezioni speciali, le opere dei partecipanti al concorso allestito a Ravenna tra cui si segnala la presenza dell’artista abruzzese Giulia Buonanno. La mostra chiuderà i battenti il 31 ottobre e offrirà la possibilità, con la riapertura delle scuole, di programmare visite guidate alle scolaresche che ne facciano richiesta con l’eventuale intervento degli artisti.

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Dopo Ravenna Mosaico, la mostra dei vincitori
GAem si sposta a Villa Paris Roseto degli Abruzzi

All’interno del programma della V edizione della Rassegna Biennale di Mosaico contemporaneo RavennaMosaico 2017, un ruolo da protagonista lo ha avuto la mostra collettiva degli artisti selezionati dal concorso GAeM, ideato e curato da Linda Kniffitz e Daniele Torcellini, con l’obiettivo di stimolare le ricerche di giovani artisti intorno alle logiche costitutive, formali e poetiche del linguaggio musivo, giunto alla IV edizione, e ospitato nella prestigiosa sede della Manica Lunga della Classense di Ravenna.

La seconda parte di questo progetto sposta l’evento in una seconda sede espositiva: le opere saranno infatti esposte a Villa Paris a Roseto degli Abruzzi, dal 14 luglio al 21 ottobre 2018, nell’intento di contribuire alla visibilità e alla valorizzazione del lavoro di tanti giovani artisti, under 40, che scelgono la tecnica musiva per parlare di sé e del mondo.

A Villa Paris, accanto alla mostra collettiva, saranno allestite anche quattro personali, a cura di Kniffitz e Torcellini: due dedicate alle vincitrici dei premi, Sara Vasini (Premio Orsoni Smalti Veneziani, riferibile a un linguaggio formale tradizionale) e Matylda Tracewska (Premio Nicola Cingoli, dedicato a forme innovative e sperimentali) e due destinate a illustrare gli ultimi lavori di due Maestri riconosciuti, Dusciana Bravura e Bruno Zenobio.

Mario De Bonis a Sabaudia

mario de bonis

Appena rientrato dalla Polonia un altro appuntamento culturale ha interessato Mario De Bonis presidente dell’Associazione Culturale “Dal Vesuvio al Gran Sasso”.

Questa volta in terra laziale, in provincia di Latina nella città di Sabaudia, giovedì 21 giugno, presso l’Hotel residence Oasi di Kufra.

Il dott. De Bonis è stato invitato come “testimonial” alla festa di chiusura dell’Anno Rotariano 2017-2018 dal Club Rotary di Latina, direttamente dal suo presidente.

Durante la serata Mario ha diffuso l’immagine dell’Abruzzo teramano, e successivamente ha dilettato i presenti con i versi del Maestro Eduardo De Filippo.

La figura di De Bonis ha sigillato il passaggio del Martelletto tra il Presidente uscente 2017-2018 del Rotary Club Latina, prof. Federico Bizzarri e quello entrante per l’anno rotariano 2018-2019 il prof. Giuseppe Bonifazi.

Ha infine ricordato il legame artistico e famigliare che lo legava con Luca e Luigi figli dei fratelli De Filippo, attori e registi del teatro e poeti del novecento letterario italiano.

PREMIO SAGGISTICA “CITTA’ DELLE ROSE” 2018

La cerimonia di premiazione del Premio “Città delle Rose” XVI Edizione – 2018, per la saggistica edita, si svolgerà Sabato 26 Maggio 2018, alle ore 18,00 presso il Palazzo del Mare (Lungomare Trieste) di Roseto degli Abruzzi.
Nella mattinata, con inizio alle ore 9,30, presso il Palazzo del Mare, gli studenti del Liceo Statale “Saffo”, dell’Istituto Statale d’Istruzione Superiore “Vincenzo Moretti” e gli utenti della Biblioteca Civica di Roseto degli Abruzzi incontreranno i finalisti della Sezione “Tematiche giovanili”.

AUTORI PREMIATI –
Sezione Italiana
Alberto Casadei, Biologia della letteratura (Il Saggiatore, 2018)

Sezione autori stranieri
Tom Nichols, La conoscenza e i suoi nemici (Luiss University Press, 2018)

Tematiche giovanili (finalisti)
Gino Castaldo, Il romanzo della canzone italiana (Einaudi, 2018) Ennio Cavalli, L’amore prima dell’aggettivo (Archinto, 2017)
Paolo Legrenzi, Regole e caso (Il Mulino, 2017)

Roseto, primo raduno di mongolfiere

“Roseto ti fa volare” è la manifestazione che per la prima volta porterà a Roseto degli Abruzzi un raduno di mongolfiere.

Un evento, dunque, unico nel suo genere, la cui realizzazione è stata possibile grazie all’impegno della Pro Loco “Roseto degli Abruzzi”, al supporto della Amministrazione Comunale ed al contributo dei numerosi sponsor.

La manifestazione prevede la presenza di stand con degustazione di prodotti tipici e food street il cui allestimento inizierà a partire dalle ore 10,00 di domenica 29 aprile.

All’interno della manifestazione principale viene ospitata anche una fiera espositiva di carattere floreale e di tipicità che vedrà la partecipazione di numerosi e qualificati operatori del settore. Nell’ambito della manifestazione “Roseto ti fa Volare” saranno inoltre presenti, stand “a tema” con esposizione di modelli di mongolfiere decorate, attività didattica per la realizzazione di mongolfiere di carta ed esposizione di esemplari di paramotori ed ultraleggeri. Una grande kermesse che vedrà infatti la presenza di laboratori didattici e ludici oltre che la partecipazione di scuole di volo libero.

A partire dal primo pomeriggio si potrà assistere alla predisposizione delle mongolfiere al volo e a seguire, a partire dalle ore 18,00, sarà consentito l’accesso alle mongolfiere per una esperienza di volo ancorato a sancire una grande festa dell’aria.

Le mongolfiere, che possono ospitare da tre a quattro passeggeri oltre al conducente, si
solleveranno dal suolo per arrivare ad una altezza di circa 30-40 metri, anche in funzione delle
condizioni climatiche ed in particolare del vento, rimanendo però ancorate al terreno.

A tutti sarà data la possibilità di provare questa particolare esperienza di volo, compatibilmente con il tempo a disposizione e la portata delle mongolfiere.

L’esperienza di volo ancorato proseguirà fino al buio inoltrato per concludersi con il night glow, la magia delle mongolfiere illuminate a suon di musica che da sempre regala a questo tipo di manifestazioni uno spettacolo mozzafiato.

“La memoria in cammino”

“La memoria in cammino”: giornata regionale contro le mafie all’Istituto Moretti di Roseto

Nell’ambito del “Progetto per la promozione della cultura della legalità, della cittadinanza attiva e responsabile” organizzato dal “Premio Borsellino” in collaborazione con il Miur e l’associazione “Falcone e Borsellino” anche le scuole medie e medie superiori di Roseto si recheranno alla giornata nazionale contro le mafie del 12 maggio a Pescara per rendere omaggio alla “Quarto savona 15”, l’auto di scorta di Giovanni Falcone distrutta dall’esplosione di Capaci dentro la quale furono trucidati il giudice, sua moglie Francesca Morvillo e i tre agenti Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani . Uno dei simboli della memoria della strage e di lotta alla mafia: lo sfrontato manifesto di morte e terrore della mafia. A distanza di 26 anni dal tragico evento ancora oggi la vettura percorre chilometri per testimoniare la forza della legalità, nonostante sia stata colpita in pieno dalla deflagrazione di 600 chili di tritolo
All’Istituto “Moretti” di Roseto invece Venerdi 11 maggio si svolgerà una importante giornata regionale contro le mafie, con collegamento in diretta con Rai1, alla quale parteciperanno Piergiorgio Morosini, il gip di Palermo che ha sbattuto in carcere Riina e Provenzano, Angiolo Pellegrini oggi generale dei Carabinieri e collaboratore di Giovanni Falcone, Paolo Borrometi giornalista antimafia minacciato di morte, Tina Montinaro moglie del capo scorta di Falcone Antonio Montinaro dilaniato nella “Quarto Savona 15”. Sarà presente inoltre Emanuele Schifani figlio dell’arto poliziotto di scorta Vito Schifani morto a Capaci.
Portando la teca da Palermo a Pescara per la giornata contro le mafie il “Premio Borsellino” vuole raccontare la storia di chi viaggiava su quell’auto, i ragazzi della «Quarto Savona 15» (questo il nome in codice della scorta), e permettere ai cittadini e soprattutto agli studenti di rendere omaggio ai ragazzi della scorta di Falcone che viaggiavano su quell’auto che il 23 maggio 1992 e fu colpita in pieno dalla deflagrazione e ritrovata distrutta, in un uliveto a diverse centinaia di metri di distanza dal luogo dell’attentato. È un orrore raccontato attraverso una serie di dettagli che fanno storia e che costituiscono memoria. Quell’auto è’ il simbolo di uno degli eventi più terribili della storia d’Italia. La Quarto Savona Quindici rappresenta un monito perenne per non dimenticare la strage di Capaci e tutte le vittime innocenti delle mafie. “Abbiamo sentito il dovere di organizzare la tappa abruzzese di un viaggio che, grazie a Tina Montinaro e alla Polizia di Stato, percorre le città dell’Italia per affermare che la memoria di uomini straordinari che hanno perso la vita per la democrazia è viva solo se tutti insieme riusciamo a trasformarla in impegno quotidiano contro tutte le mafie», ha detto Gabriella Sperandio, il presidente della associazione “Falcone e Borsellino . La memoria è ricordo e anche speranza, è la speranza che passa da un percorso di cultura e legalità realizzato da anni all’interno delle scuole e nei confronti di ragazzi che quel giorno non erano ancora nati.
Resta poco, quasi niente. Un’auto accartocciata, distrutta dalla massiccia carica esplosiva, che restituisce a chi la guarda un numero ancora ben visibile: 100.287. Sono i chilometri percorsi sino a quel tragico momento dall’auto in cui si muovevano i tre uomini della scorta. Tre vite spezzate, tre vite che anche attraverso questa iniziativa l’associazione prova a far rivivere, a raccontare. Per sensibilizzare i territori e le giovani generazioni a combattere contro la mafia, contro la cultura mafiosa, e per non dimenticare la strage di Capaci. Il suo passaggio significherà un momento di memoria condivisa e rappresenterà soprattutto la speranza che quella Croma possa continuare a camminare attraverso ognuno di noi, perché quella strage del 23 maggio in realtà non l’ha mai fermata.
A inaugurare la mostra promossa dal “Premio Borsellino”, la vedova del caposcorta, Tina Montinaro, nell’ambito del progetto “Quarto Savona 15: la memoria in marcia”, dal nome in codice della scorta. Perché quel viaggio – in tutti questi anni – non si è mai interrotto, toccando altre città d’Italia grazie all’impegno dei familiari e della Polizia di Stato. Presenti alla cerimonia circa 10.000 studenti provenienti dalle scuole di tutto la regione, il prefetto Luigi Savina vice capo della Polizia, il vice presidente del Csm Giovanni Legnini, il Procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho, la dirigente del Miur Giovanna Boda, i Prefetti, Questori e Procuratori di tutto l’Abruzzo . a trasformarla in impegno quotidiano contro tutte le mafie”.

Il corto Timballo in corsa per i Nastri d’Argento 2018

Nuovo riconoscimento per il lavoro sull’integrazione di Maurizio Forcella girato a Campli.
Nuovo prestigioso riconoscimento per Timballo, il cortometraggio sull’integrazione diretto dall’atriano Maurizio Forcella, con attori da Oscar come Maria Grazia Cucinotta e Ivan Franek: il lavoro è stato selezionato dai Giornalisti Cinematografici Sngci (Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani) per comporre la griglia dei 50 ammessi alla finale per la sezione corti ai Nastri d’Argento. La premiazione è prevista per il 18 aprile 2018 nella Sala del Cinema di Roma. Timballo – promosso dall’Associazione Itaca e dalla produzione cinematografica Officina Azzurra, in collaborazione con la Bro Company Napoli e Acciaierie Sonore e con il supporto del comune di Campli e ARAN Cucine – racconta la storia di una cuoca che sogna di far assaggiare il suo timballo alla conduttrice di un programma di cucina. Riuscirà nell’intento grazie a tre idraulici migranti che la aiuteranno nell’invenzione di una ricetta che sposa elementi tradizionali a altri innovativi: un timballo al cous-cous.

Il corto, vanta un cast d’eccezione, oltre a Maria Grazia Cucinotta e Ivan Franek, anche Niko Mucci, Nunzia Schiano, Fabio Balsamo e Manuel D’Amario e si avvale di molte valide firme del panorama cinematografico abruzzese: la sceneggiatura, insieme a Forcella, è di Pietro Albino Di Pasquale e le musiche sono di Gianluigi Antonelli. La selezione ufficiale per la sezione dedicata ai cortometraggi dei prestigiosi Nastri d’Argento è l’ultimo di una lunga serie di riconoscimenti, costantemente motivati da una originale, ricercata, mai canonica visione di tutti gli elementi del cinema: la sceneggiatura, la scenografia, la musica, la recitazione.

Tra i riconoscimenti sinora ottenuti: miglior cortometraggio della prima edizione del Premio Emanuele Luzzati nell’ambito del Pitigliani Kolno’a Festival 2017, l’aggiudicazione del Bando MIBACT SIAE “SILLUMINA” 2016 – sezione Cinema; il premio della giuria al Salento Finibus Terrae, il premio nell’ambito della XXII Edizione del Premio Internazionale della Fotografia Cinematografica Gianni Di Venanzo di Teramo; la recente partecipazione al concorso I Love GAI. Giovani Autori Italiani nell’ambito della 74esima Mostra del Cinema di Venezia. Il lavoro è stato inoltre selezionato dal Centro Nazionale per il Cortometraggio in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale per essere veicolo della cultura italiana nelle Ambasciate, nei Consolati e negli Istituti Italiani di Cultura in tutto il mondo nell’ambito dell’edizione 2018 dell’iniziativa 10 Corti Italiani in giro per il Mondo.

“La partecipazione ai “Nastri d’argento” – dichiara il regista Maurizio Forcella – è coronamento e incoraggiamento a una costante ricerca estetica che mi permetto di definire coraggiosa. Essa è stata possibile anche grazie ai miei collaboratori e ai silenziosi e invisibili lavoratori del cinema. Sono già in lavorazione per una nuova opera che segue le orme estetiche di “Timballo” che avrà ancora al centro un Abruzzo tanto grottesco, quanto vero”.

“Siamo molto orgogliosi e fieri – commenta Mauro Vanni, presidente dell’Associazione Itaca che ha promosso il corto – di questo ulteriore e prestigioso riconoscimento. Abbiamo deciso di sostenere questo lavoro perché ha al centro l’integrazione tra culture, tema più che mai attuale, ma trattato con leggerezza e con uno stile originale e non scontato. Un lavoro che parla della cucina abruzzese, in particolare del Timballo teramano che diventa strumento di incontro e di scambio culturale e che ha al centro l’Abruzzo anche per le immagini veicolate e per i professionisti coinvolti, dal regista allo sceneggiatore, passando per alcuni attori”.

Anastasia Di Giulio