Silvi, ruba al supermercato, arrestato

Continua incessante l’impegno dei Carabinieri finalizzato a contrastare il dilagante fenomeno di furti che da lungo tempo interessa l’intera penisola.
Nel  tardo pomeriggio di ieri 24 marzo 2017, i Carabinieri di Silvi hanno arrestato in flagranza di reato per furto aggravato, G. A., 28enne di Foggia, domiciliato in provincia di Campobasso, già noto per fatti di giustizia.
L’uomo, dopo essere entrato nel supermercato “Ipersimply” di Silvi, ha rubato generi alimentari per un valore di duecento euro, allontanandosi senza pagare il corrispettivo alle casse. La sua azione però è stata notata dal titolare dell’esercizio  che ha immediatamente allertato i Carabinieri della locale Stazione. I militari, già in servizio esterno per la prevenzione dei furti, sono prontamente intervenuti bloccando il predetto nelle immediate adiacenze del supermercato. La refurtiva è stata interamente recuperata e restituita all’esercizio, mentre l’arrestato è stato rinchiuso nella camera di sicurezza della Caserma di Giulianova, in attesa dell’udienza di convalida.

Roseto, bilancio 2017/2019

Conferenza stampa nella sala giunta, del sindaco di Roseto degli Abruzzi, dove il primo cittadino ha illustrato i presenti sul Bilancio 2017/2019 e di cui alcuni provvedimenti che saranno discussi nel Consiglio comunale in programma mercoledì 29 marzo.
Il sindaco ha sottolineato come, negli anni passati, si sia fatto ampio ricorso alle anticipazioni di cassa nonché alle anticipazioni di liquidità. Il Comune di Roseto si trova oggi a dover pagare forti debiti per interessi e forti rate di restituzione dei mutui. Di Girolamo ha promesso che rimedierà a questo deficit cronico con un’azione di riscossione molto forte, che non si limiterà alle ingiunzioni di pagamento ma che abbraccerà anche la nomina di un ufficiale di riscossione, con potere di pignoramento sui cittadini morosi. Questo appare l’unico modo per riequilibrare il bilancio.
Il sindaco ha sottolineato, con preoccupazione, che diversi crediti risalgono a molti anni addietro, e la Corte dei conti ha sottolineato che molti di questi potrebbero essere divenuti inesigibili.
“Il bilancio 2017/2019 – ha detto ancora il primo cittadino – è ancora sub judice perché manca ancora chiarezza su alcune disarmonie dei conti del consuntivo 2015, approvato dal consiglio comunale precedente il 31 maggio 2016. Finché non saranno dipanati i dubbi su questo bilancio consuntivo 2015 potrebbero esserci delle conseguenze negative – sottolineano i revisori – anche sul pluriennale 2017/2019 appena approvato. Gli aumenti, comunque, sono stati limitati all’essenziale. Non sarà, dunque, un bilancio lacrime e sangue – ha sottolineato Di Girolamo – nonostante la situazione, piena di criticità, che abbiamo trovato. Sostanzialmente abbiamo dovuto aumentare la Tari, la tassa sui rifiuti, per una cifra che va dai 41 ai 54 euro all’anno. C’è stato un ritocco delle tariffe per le mense scolastiche, che erano ferme al 2002. Anche qui abbiamo cercato di adottare un provvedimento il più possibile leggero e democratico, riferendoci ai redditi Isee. Gli aumenti vanno da 30 centesimi per i redditi più bassi a 1,40 per quelli più elevati. Infine, abbiamo avviato la sperimentazione sui parcheggi a pagamento, solo in alcune zone della città e solo per un periodo di tempo limitato”.

Teramo, vulnerabilità sismica, partono le indagini

Da giugno tutte le scuole provinciali avranno il loro indice di vulnerabilità sismica: la Provincia, con fondi propri, ha investito circa 700 mila euro e in questi giorni si sta procedendo con la firma delle convenzioni di incarico professionale.
“L’incarico riguarderà la verifica di vulnerabilità sismica degli edifici scolastici oltre che il rilievo laser scanner 3d così come concordato nell’ambito del  protocollo d’intesa sottoscritto tra Provincia di Teramo e Ordine degli ingegneri – dichiara il presidente Di Sabatino – questo ente ha fatto una scelta precisa sulla sicurezza e non a caso ha deciso di investire le uniche risorse disponibili, quelle derivanti dalla vendita della caserma dei Carabinieri di Teramo, nelle verifiche di vulnerabilità e negli interventi prioritari. Poi si aprirà una partita per il finanziamento dei lavori necessari a garantire la piena sicurezza ma non ho dubbi che sapremo cogliere ogni opportunità e certo mi aspetto che vengano messe a disposizione risorse dedicate”.
I dettagli dell’operazione sono stati illustrati questa mattina, dal consigliere delegato all’edilizia Mirko Rossi, nel corso di una conferenza stampa. Laddove è stato possibile si è fatto ricorso all’incarico congiunto tra un professionista “esperto” ed un giovane professionista – ovvero iscritto all’ordine da meno di cinque anni e comunque di età inferiore ai 35 anni.
Nei prossimi giorni saranno incaricati anche i geologi per le relazioni relativa alle caratteristiche del suolo, documento contenente informazioni  indispensabili per procedere alla verifica dell’indice di sicurezza.Complessivamente saranno coinvolti circa 50 professionisti e gli studi dovranno essere riconsegnati il 30 maggio.
“Ai tecnici abbiamo chiesto molto, di calmierare i compensi e di ridurre i tempi di consegna nell’ottica di un lavoro che ha anche un alto valore sociale aggiunto e che rappresenta uno snodo sensibile nel rapporto con l’utenza – ha spiegato Mirko Rossi – gli abbiamo anche chiesto, sulla base dei risultati dell’indagine, di prefigurare una mappa degli interventi e di tornare ad aggiornare gli indici se la legge, come sembra, venisse modificata”.
I primi Comuni dove si inizierà a lavorare sono Teramo, Montorio e Castelli per proseguire nei prossimi giorni negli altri comuni sede di polo scolastico, ovvero  Giulianova, Roseto, Atri. Gli istituti non ricompresi in questi affidamenti sono quelli già assegnatari di finanziamenti, con progetti approvati o con lavori in corso che ricomprendono gli studi di vulnerabilità
La campagna di verifiche è da considerarsi lo strumento principe attraverso il quale procedere poi con l’individuazione delle criticità strutturali dei singoli edifici scolatici  e, conseguentemente, stabilire le priorità di intervento. In attesa degli esiti di vulnerabilità la Provincia ha  stanziato circa 3 milioni e 300 mila euro ricavati della vendita della caserma dei Carabinieri di Teramo per la realizzazione dei conseguenti interventi.Altri 700 mila euro sono invece destinati dalla Provincia all’adeguamento alle norme antincendio, anche in questo caso, come specificato questa mattina da Mirko Rossi: “siamo in procinto di affidare i lavori”.

Ancarano iniziati lavori sulla provinciale 1b

Iniziati i lavori di ricostruzione della provinciale 1/b di Ancarano, chiusa al traffico a febbraio. Un intervento da circa 250 mila euro che servirà a realizzare delle paratie di sostegno e a sistemare il manto stradale. La provinciale rappresenta uno snodo significativo a confine con il territorio ascolano ed è via d’accesso al raccordo autostradale in direzione Ascoli Piceno.
“La strada è segnata da frane e smottamenti ed è stata pesantemente danneggiata dagli ultimi eventi calamitosi. Siamo già intervenuti in somma urgenza sul primo tratto con una parziale riapertura al traffico, ora in questa seconda fase andremo a rimuovere le cause delle criticità recuperando la piena agibilità nell’intero tratto” spiega il consigliere provinciale delegato, Mauro Scarpantonio.

Terremoto servono misure antideclino

“Il decreto numero 9 sul sisma esce migliorato dall’esame alla Camera, abbiamo dato risposta a molte delle istanze arrivate dal territorio abruzzese e in particolare della provincia di Teramo vista l’eccezionalità degli eventi metereologici che si sono verificati in contemporanea col terremoto e con il prolungato blackout elettrico.

Tra le modifiche approvate voglio ricordare il ristoro ai danni causati a privati e imprese dal maltempo anche al di fuori dei comuni rientranti nel cratere, l’equiparazione dei danni alle abitazioni danneggiate dalle frane che saranno ricostruite o delocalizzate secondo la normativa per i danni dal sisma, l’allargamento ulteriore del cratere a 9 Comuni abruzzesi, anche se pesano alcune esclusioni sulle quali abbiamo spinto fino all’ultimo come quella di Basciano e Penna Sant’Andrea e la vallata del Fino.

Abbiamo inserito poi le agevolazioni per favorire la ripresa produttiva a ristoro del cosiddetto danno indiretto, i 3 milioni euro per la nuova residenza studentesca dell’università di Teramo e, infine, la proroga dal 31 marzo al 21 aprile 2017 del termine per presentare le domande per la rottamazione delle cartelle esattoriali approvata grazie a un mio emendamento.

Solo un primo passo è stato fatto invece sul fronte del sostegno alla nostra economia locale che rischia seriamente il declino: attendiamo misure più strutturali – come la zona franca  o la zona economica speciale – che il governo ha annunciato in questi giorni, non possiamo ignorare o trascurare le ripercussioni e il rischio di declino che minaccia il nostro tessuto produttivo, dobbiamo difenderlo con tutti gli strumenti possibili sostenendo le imprese e mettendo in campo misure straordinarie anti-declino di rilancio”.
Questo il commento sul decreto sisma dell’on. Giulio Sottanelli, deputato di Scelta Civica, che è intervenuto in Aula alla Camera in dichiarazione di voto finale sul provvedimento.

Rosaria Ciancaione, presenta interrogazione piano delle antenne a Roseto

Presentata ieri, mercoledì 22 marzo 2017, dalla capogruppo di Un’Altra Idea di Roseto Progressista – Roseto Unita, Rosaria Ciancaione, l’interrogazione sul piano delle antenne; piano che nasce con lo scopo di assicurare un adeguato insediamento urbanistico e territoriale degli impianti, minimizzando l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici.
“Un Piano che a Roseto ha iniziato il suo percorso nel lontano 2005, anche con l’approvazione di uno specifico regolamento ma che a distanza di ben 12 anni non riesce ancora a decollare” sostiene Rosaria Ciancaione.
“A Roseto sembra che gli strumenti previsti nel regolamento, spirati a principi comunitari e costituzionali tesi a garantire  tutela e salvaguardia della salute pubblica,  non vengano presi in considerazione,  mentre le autorizzazioni all’istallazione di nuove stazioni radio  per la telefonia mobile continuano ad essere rilasciate dal Comune, come quella che riguarda la collocazione della stazione radio WIND sulla struttura del Residence Felicioni.
Negli ultimi decenni i livelli di esposizione ai campi elettromagnetici, infatti, sono in continuo aumento anche sul nostro territorio e la mancanza  di strumenti adeguati a valutare il grado di esposizione di  abitazioni, scuole, luoghi di lavoro,  non è tollerabile perché potrebbe essere causa di gravi pericoli per la salute pubblica”.
“Negli atti di bilancio – riprende Rosaria Ciancaione – si legge che il Comune procederà nella valutazione su possibili nuovi siti nel territorio in funzione delle richieste pervenute dai gestori di telefonia mobile, senza che nulla venga detto sulla necessità di verificare che tutti gli impianti esistenti siano effettivamente schermati con appositi sistemi che salvaguardino la salute dei cittadini residenti nelle abitazioni circostanti”.
“In carenza degli strumenti previsti nel regolamento,  come intende il Comune addirittura implementare i siti delle stazioni radio?”
Si procederà alla nomina del comitato tecnico?
Saranno riprese le attività di controllo, vigilanza e monitoraggio dei campi elettromagnetici sul territorio interrotte nel 2014?
Sarà approvato il Piano delle antenne?
Sono domande che esigono risposte chiare e concrete”.
“Chi si trova oggi a presidiare la tutela della salute pubblica, in relazione all’esposizione cronica della popolazione ai campi  elettromagnetici, non può trascurare questi aspetti – conclude Rosaria Ciancaione – e, anzi, ha il dovere di porre in essere tutte le azioni e gli strumenti possibili per garantire ai cittadini il  diritto alla salute che è l’unico diritto ad essere qualificato come “inviolabile” dalla nostra Costituzione”.

Marco Ligabue a Roseto

Sabato 25 marzo, alle 9,30, nel centro Piamarta, ci sarà una Giornata della legalità con il cantautore Marco Ligabue e l’imprenditore Benedetto Zoccola, per il progetto “Il silenzio è dolo”.

All’incontro parteciperanno gli studenti delle ultime classi delle due scuole superiori cittadine.

Come fare a educare alla legalità le nuove generazioni? Come avere una chance di ottenere la loro attenzione?
Semplice: mettendo insieme un cantautore emiliano, un giornalista siciliano delle Iene e un testimone di giustizia campano con una storia incredibile.
Marco Ligabue sta riscuotendo un ottimo successo con i suoi dischi e le sue attività a favore della legalità, è appena uscito il suo nuovo disco Il mistero del dna.

Ismaele La Vardera è presidente dell’Associazione nazionale Verità scomode, palermitano. Inviato dell’emittente televisiva Telejato, oggi giornalista delle Iene, si occupa, soprattutto, di giornalismo di inchieste.

Un suo servizio sulla vicenda degli scrutinatori di Villabate (Palermo), viene ripreso dal programma tv “Le Iene”, dopo questo servizio il sindaco e gli assessori del paese rassegnano le proprie dimissioni.

Qualche mese dopo, Ismaele, conosce Marco Ligabue a cui racconta la sua vicenda.

L’artista scrive una canzone sulla tematica che ripercorre la storia del giovane Ismaele, sulle base delle poche parole che si sono scambiati. Nasce così

Il silenzio è dolo, prima collaborazione sul tema legalità. Scuole e piazze interagiscono bene con il racconto musicale e il sodalizio con Ismaele si evolve. In breve i due incontrano 100.000 studenti in giro per l’Italia.

Durante questo girovagare, s’imbattono in Benedetto Zoccola, commercialista di Mondragone, che ha detto no alla richiesta di pizzo della camorra denunciando i suoi ricattatori.

Per il suo rifiuto, Benedetto ha subito 10 attentati. Quello più tragico un anno fa. Una bomba viene fatta esplodere nel suo ufficio provocandogli la perdita permanente della vista da un occhio e dell’udito in un orecchio.
Oggi Benedetto Zoccola vive sotto scorta.

Basket Sharks Roseto intervista con coach Di Paolantonio

Ogni equipaggio che si rispetti ha il proprio condottiero, ed in questi Roseto Sharks che stanno navigando imperiosamente nel mare dell’A2 il timone è retto saldamente da Emanuele Di Paolantonio.
Alla prima esperienza da capo-allenatore, in una piazza tanto affascinante quanto esigente come quella rosetana (a maggior ragione per chi ha scritto Teramo nella propria carta d’identità) e con tanti intoppi iniziali, la navigazione non si prospettava certo delle più tranquille: ma il giovane coach biancazzurro giorno dopo giorno, un passo per volta, ha saputo creare un’identità tecnica e mentale a questa squadra, rendendo importanti e funzionali tutti gli elementi a propria disposizione, guadagnandosi fiducia e rispetto dal gruppo con umiltà e autorevolezza. In questa intervista ci racconta cosa c’è dietro il grande campionato della Visitroseto, oltre alle sensazioni personali sull’essere allenatore, padre e molto altro. Buona lettura!
Dopo venticinque giornate Roseto occupa la quinta posizione in classifica, ed ha raggiunto già da diverse settimane l’obiettivo dichiarato della salvezza. Un risultato straordinario, considerando le premesse con cui questa stagione era cominciata …
Sicuramente finora il nostro campionato ha superato le aspettative un po’ di tutti, comprese le nostre. Siamo partiti come un cantiere aperto, che ha avuto problemi di vario genere nel precampionato ed ha  subito dovuto cambiare il proprio assetto: non ero particolarmente preoccupato, pur se ovviamente nessuno era del tutto sereno non sapendo a cosa saremmo andati incontro. Nella preseason vincere lascia il tempo che trova, ma è importante iniziare a costruire ed a noi è stata utile per capire che avremmo dovuto cambiare qualcosa: alla lunga però sapevamo che il lavoro quotidiano avrebbe pagato, permettendoci di trovare un’identità e inanellare una serie di risultati positivi che ci hanno dato fiducia.
A chi attribuisci i meriti principali di questo splendido cammino?
Il merito è di tutti: della squadra che va in campo, delle persone che lavorano quotidianamente nell’ombra, dagli assistenti ai preparatori, passando per team manager, fisioterapista, medico e addetto stampa, oltre ovviamente al general manager Vittorio Fossataro che è una figura per noi imprescindibile. Della società, che ha motivato e investito fortemente su questo nucleo, e poi dei nostri tifosi: ci hanno sostenuto standoci sempre vicini, dal precampionato a oggi ed anche nelle trasferte più lontane con tanti sacrifici. La perfetta miscela di tutte queste componenti, come auspicavo fin dall’inizio di questa avventura, è stata fondamentale per arrivare fin qui.
Alla tua prima assoluta da capo-allenatore, una vittoria convincente e inaspettata a Verona: che sensazioni ti ha trasmesso, e quanto è stato importante partire così?
Dal precampionato in poi non mi sono ancora fermato per riprendere fiato, e realizzare bene quello che è stato il susseguirsi di emozioni in questa stagione: l’esordio, la prima vittoria, la prima sconfitta, il primo ciclo positivo, quello negativo e così via, tutte situazioni per me completamente nuove nel ruolo in cui le sto vivendo quest’anno. Quella di Verona è stata comunque la gara che ha dato il là alla nostra grande partenza, regalandoci un’iniezione di fiducia fondamentale, ed ha certamente rappresentato una delle tappe-chiavi del nostro percorso. Ma solo quando il campionato sarà finito, a bocce ferme, riuscirò a fare un bilancio generale di tutto ciò che è successo.
Spesso si parla di allenatori offensivisti, difensivisti, votati a questa o a quella caratteristica: nel tuo caso, possiamo definirti un coach che si adatta al materiale che ha a sua disposizione, cercando di sfruttare le migliori peculiarità di ogni suo giocatore senza imporre una sua idea predefinita?
Ho un mio modello di pallacanestro, che è ovviamente in continua evoluzione: provo a mettere in campo le mie idee, plasmandole però a seconda dei giocatori che alleno. Quest’anno facciamo delle cose che magari il prossimo, con un’altra squadra ed in un contesto differente, non si potrebbero fare: non dobbiamo comunque mai dimenticarci che in campo vanno i giocatori, ed il nostro ruolo è quello di metterli nelle migliori condizioni possibili per rendere al meglio.
Un altro aspetto a cui hai sempre dato molta attenzione è quello umano, per la capacità di ascoltare i tuoi giocatori e porti nella maniera giusta con ognuno di loro.
Non so se sia davvero così e non devo essere io a dirlo, ma certamente in uno sport di squadra l’aspetto umano ed in particolare quello comunicativo sono componenti importantissime. Da parte mia,spero che i messaggi che cerco di lanciare ai miei giocatori vengano recepiti correttamente: per farlo, bisogna cercare di rapportarsi con tutti nella maniera giusta, anche ovviamente in base alla persona che si ha di fronte, sempre rispettando i ruoli e i singoli obiettivi ma senza dimenticare che tutto viene fatto con un obiettivo comune che si chiama Squadra.
A livello di singoli, l’evoluzione più prorompente e per certi versi inaspettata è stata probabilmente quella di Brandon Sherrod.
Come tutti gli altri, ha necessitato di un processo di adattamento: è ovviamente cresciuto molto, ma lo ha fatto insieme alla squadra. E’ un giocatore che mette in campo tantissima energia in difesa e a rimbalzo,caratteristiche che non si possono insegnare e per le quali lo abbiamo firmato. A queste ha poi saputo aggiungere anche doti offensive, peraltro ancora molto migliorabili sia nel gioco fronte che spalle a canestro: sta beneficiando anche del gioco di squadra, e delle situazioni che vengono a crearsi dai pick n’roll con gli esterni. La sua rapidità nel coprire gli spazi, correre il campo e chiudere negli spazi brevi gli permette di essere un elemento sempre più importante, la cui parabola coincide però con quella di tutta la squadra.
Per la tua prima avventura da capo-allenatore hai scelto una piazza esigente come Roseto, peraltro reduce da un campionato di buonissimo livello: non certo la situazione più facile per un esordiente. Cosa ti ha spinto ad iniziare proprio dal Lido delle Rose?
Innanzitutto, prima che io abbia scelto Roseto è stata Roseto a scegliere me, e non finirò mai di ringraziare il presidente Cimorosi, il vice-presidente Cianchetti ed il gm Fossataro per avermi dato questa opportunità. Era un’occasione che aspettavo e cercavo: onestamente non avrei mai pensato di fare anche il direttore sportivo nel mio primo anno da head coach, e di farlo a Roseto contro cui avevo giocato tante volte da avversario. Ma è stata una bellissima sorpresa, anche perché qui si vive di basket e c’è un canestro in ogni angolo della strada: allenare in un posto che trasuda di pallacanestro come questo è una responsabilità ancora più grande.
Quanto ti sta aiutando la presenza di Domenico Faragalli, con cui hai stabilito negli anni un grande feeling?
Con Domenico c’è un rapporto speciale, anche a livello extra-cestistico, che ci porta a capirci con un  semplice sguardo: abbiamo condiviso un lungo percorso a Teramo, portiamo avanti un’attività estiva insieme, e l’uno sa sempre di cosa ha bisogno l’altro. Lo reputo inoltre uno dei migliori professionisti nel suo ruolo in Italia, ed una persona che riesce a incidere in tanti aspetti: ha la capacità di mettere i giocatori a proprio agio, e portarli tutti in un’unica direzione che è quella della squadra. Un vero e proprio pilastro del nostro staff, con cui ho il piacere e l’onore di condividere questa avventura.
Tornando un po’ indietro nel tempo, raccontaci di com’è nata la tua passione per il basket e della molla che ti ha spinto fin da giovanissimo verso il ruolo di allenatore.
Ho iniziato con il minibasket durante le scuole elementari spinto da Stefano Piersanti, uno dei miei migliori amici da sempre, che mi portò alla Casa dello Sport di Teramo per fare un allenamento. Da lì non ho praticamente più smesso: come tutti volevo giocare e ci ho provato, ma i risultati non erano molto entusiasmanti e così compiuti i 18 anni ho svolto il primo corso da allenatore. Programmare, organizzare gli allenamenti, provare ad insegnare qualcosa erano aspetti che mi piacevano molto, e poi ho avuto la fortuna di essere chiamato a 20 anni come terzo allenatore nello staff di Gramenzi e Cancellieri: quello è stato il vero e proprio inizio del mio percorso.
Qual è stato invece l’aspetto più difficile nel passaggio da assistente a primo allenatore?
La differenza principale sta nelle responsabilità: ho avuto la fortuna di lavorare all’interno di staff altamente qualificati, dove il mio ruolo era sempre importante e ben definito. Il capo-allenatore però ha un carico di pressione molto diversa, non solo in partita ma anche nella gestione settimanale della squadra e di tutte le sue componenti: a livello di stress, è un salto notevole.
Nella tua carriera da assistente hai avuto tanti maestri importanti: da chi hai appreso di più?
Nella formazione del mio modello di allenatore ho avuto la possibilità di collaborare con tantissimi colleghi di livello assoluto, anche tra gli assistenti quando ero il terzo (Vanoncini, Ramondino, Cancellieri, Comuzzo per citarne alcuni, senza dimenticare il compianto Tarcisio Vaghi). Con il passare degli anni il mio bagaglio di esperienza si è accresciuto sempre di più, lavorando a contatto stretto con allenatori del calibro di  Gramenzi, Pancotto, Boniciolli, Dalmonte, Bianchi, Trullo, Recalcati, Magro e Ramagli: ognuno di loro mi ha ovviamente lasciato qualcosa, con quest’ultimi in particolare si è creato un forte rapporto umano che va avanti ancora oggi. Un’altra persona fondamentale nel mio percorso è stata ovviamente Andrea Capobianco, che ho avuto nei corsi per allenatore ed anche in quelli da formatore, oltre ad essere stato il mio head-coach nei due anni e mezzo trascorsi insieme a Teramo.
A proposito del tuo ruolo di formatore, qual è il consiglio che ti senti di dare ai giovani allenatori che vogliono intraprendere questo percorso?
Il bello di questo lavoro è quello di imparare ogni giorno: dai giocatori più esperti a quelli giovani, ognuno di loro mi insegna quotidianamente qualcosa. Auguro a chi inizia questo percorso di avere la stessa fortuna: siamo ovviamente anche degli insegnanti, e mentre cerchiamo di far passare delle nozioni avere la possibilità di apprendere allo stesso tempo qualcosa in più è davvero molto gratificante.
La vita dell’allenatore però non è tutta rose e fiori …
Si, perché è un mestiere molto particolare e ‘totalizzante’: a differenza di altri lavori in cui finite le tue ore puoi staccare e dedicarti ad altro, noi passiamo meno tempo sul posto di lavoro, ma poi a casa o in ufficio si guardano partite, si studiano avversari, si analizzano statistiche e non si smette mai di pensare alla strategia da utilizzare nella prossima partita. Ho però la fortuna di avere una moglie che oltre a supportarmi ed a “sopportarmi”, si occupa di tutt’altro, ed ha seguito poco lo sport anche prima di conoscermi: parlando con lei riesco a ‘staccare’. Da un anno e nove mesi poi ho un piccolo ultrà dentro casa, e dovendo corrergli dietro penso meno alla pallacanestro!
Quanto è cambiata la tua vita diventando padre?
Anche in questo caso si avverte fortemente la differenza di ‘ruolo’ e responsabilità: adesso ne ho una enorme nei confronti di una persona che insieme a mia moglie Marianna devo educare e crescere, cercando di limitare al massimo gli errori. Questa responsabilità contiene però una gioia indescrivibile, che aumenta di giorno in giorno.
Cosa ti aspetti dal futuro?
E’ una domanda molto difficile: svolgo un lavoro che per forza di cose mi porta a cambiare, e non so cosa succederà alla fine di questa stagione né della prossima. Spero di rimanere sempre il più vicino possibile alla mia famiglia, restando sempre ‘connesso’ a loro anche se dovessero capitare esperienze che mi allontaneranno fisicamente come è avvenuto in passato.
Tornando all’attualità, sabato c’è l’affascinante sfida alla Fortitudo Bologna: due squadre che nei pronostici estivi partivano agli antipodi, ed a cinque giornate dalla fine sono invece appaiate in classifica. Che sensazioni hai?
Le stesse di ogni partita, anche se ovviamente affrontiamo una squadra di enorme tradizione, con un pubblico importante alle spalle e costruita con obiettivi diametralmente opposti dai nostri, volendo tornare al più presto nell’èlite del nostro basket. Sono inoltre guidati da quello che è sicuramente uno dei migliori allenatori del nostro Paese, e che è stato un precursore in tanti aspetti della vita dell’allenatore. Noi nel nostro piccolo ci stiamo difendendo, e vogliamo continuare a sognare: questa gara arriva nel momento giusto, perché classifica alla mano, oggi, i valori sono gli stessi. Come mantra dovremo avere una famosa frase di Steve Jobs, che in una conferenza all’università di Stanford disse ‘Stay Hungry, Stay Foolish’: per toglierci altre soddisfazioni dovremo essere proprio così, affamati e folli!

Cgil incontra presidente Renzo Di Sabatino

Nino Baseotto, della segreteria nazionale della Cgil, questa mattina, è stato ricevuto dal presidente Di Sabatino. Accompagnato dal segretario provinciale, Giovanni Timoteto e da Manuella Loretone (Filcams) e Pancrazio Cordone (Funzione pubblica), Baseotto, impegnato nel tour nazionale della campagna referendaria,  ha voluto sensibilizzare anche i vertici dell’istituzione provinciale rispetto ai quesiti di cui si è fatta promotrice la Cgil: l’abolizione dei voucher e una revisione della legge sugli appalti prevedendo che, in  caso di irregolarità nei pagamenti di stipendi e contributi da parte del datore di lavoro, consenta al dipendente di rivalersi direttamente su chi ha commissionato l’appalto.
Il cordiale scambio di informazioni ha toccato anche le problematiche locali, Timoteo, infatti, ha parlato dei progetti riguardanti le aree di crisi complessa e semplice sottolineando che il primo obiettivo dei finanziamenti pubblici alle imprese deve essere l’occupazione.

Cicloamatore muore a Cologna Paese per infarto

Un ciclista mentre pedalava lungo la provinciale per Cologna Paese è caduto per strada privo di vita. Sul posto subito accorsi carabinieri e i sanitari del 118,
Il ciclista è morto mentre pedalava sulla sua bicicletta, ma on si è trattato di un incidente stradale ma, secondo le prime indiscrezioni pare colpito da un malore.
Il cicloamatore, I.M. di 46 anni, sarebbe stato colpito da un infarto.