Volontari ripuliscono spiaggia Riserva Borsacchio

Dopo gli sconcertanti episodi dei giorni scorsi, in cui anonimi teppisti hanno disseminato di rifiuti nella Riserva Borsacchio, i volontari delle Guide del Borsacchio, gli attivisti del WWF e gli amici del progetto salva fratino hanno organizzato una pulitura a mano della spiaggia nella riserva del Borsacchio a Roseto con il solo ausilio, come norma prevede, di braccia e carriole.

“Per fortuna – spiega Marco Borgatti, direttore Corso Guide del Borsacchio – nella mattinata altri cittadini sono passati a dare il loro contributo e li ringraziamo. Purtroppo dobbiamo segnalare nuovi problemi. Durante la pulizia abbiamo trovato ben undici attrezzati per falò notturni, vietati dalla legge e dannosi per l’ambiente. Molti di questi focolai sono nei pressi di alcune capanne, ben sette, su un ristretto tratto di area protetta, ed intorno a questi abbiamo trovato il maggior numero di rifiuti. Le norme vietano strutture fisse in spiagge libere. Le leggi quadro in materia ambientale vietano l’alterazione, la distruzione di flora. Due direttive europee tutelano il paesaggio, le specie e i loro habitat ed in particolare il famoso fratino, simbolo della Riserva Borsacchio, ed il giglio di mare. Queste capanne danneggiano la Riserva Borsacchio. Sicuramente chi le ha realizzate è in buona fede. Sicuramente hanno pensato di far qualcosa di rispettoso. Purtroppo non è così”.

Il materiale legnoso spiaggiato è vitale per il normale evolversi degli eventi naturali che migliorano, in condizioni indisturbate, la ricchezza delle specie animali e vegetali, la resistenza all’erosione costiera e, non ultimo, la bellezza del paesaggio con un fascino legato alla naturalità dei luoghi. Quei legni sottratti in simili quantità alla spiaggia alterano i cicli eco sistemici costieri. Costituiscono un apporto importante di ripascimento dell’arenile e svolge anche una non secondaria funzione di sostegno per la sabbia che ha così la possibilità di resistere all’erosione eolica e marina. I tronchi costituiscono un serbatoio alimentare e di supporto per tante specie sempre più rare lungo le coste adriatiche. Tutti quei capanni hanno sottratto biodiversità ed i primi effetti, purtroppo, si stanno manifestando portando la Riserva Borsacchio a veder diminuita la popolazione di Fratini dell’80% rispetto al mese precedente. Inoltre alcuni capanni sono realizzati con materiali plastici, rifiuti umani e addirittura cartelli stradali. Ieri i volontari hanno spiegato come questa pratica sia nociva e alcuni ‘costruttori’ hanno iniziato a smontare queste capanne rimettendo i legni al loro posto”.

I volontari però denunciano la totale assenza dell’amministrazione comunale: “i fruitori, anche i più rispettosi, spesso non conoscono le norme ed, in buona fede, commettono dei danni. Da tre mesi abbiamo presentato un progetto per segnaletica informativa con divieti, informazioni su flora e fauna ed i numeri utili in caso di emergenze ambientali come il rinvenimento di animali feriti. Il progetto è a costo zero per il comune. I soldi, la manutenzione la garantiscono le Guide del Borsacchio ed il WWF, disposti a sostenere un simile impegno economico anche senza esporre i loro simboli nei cartelli utilizzando unicamente il logo della Riserva Borsacchio e del Comune di Roseto. Il comune ha l’obbligo di montare cartelli entro novanta giorni dell’istituzione della Riserva avvenuta l’8 febbraio 2005. Ad oggi ne sono passati 4953 di giorni, 13 anni, ed il comune non consente nemmeno alle associazioni ambientaliste di donarli”.

“Chiederemo un incontro ufficiale al Comune per risolvere questa situazione. Il Borsacchio è una risorsa da troppo tempo abbandonata. Il tempo dell’attesa è finito. Ora rimangono i capanni ed il malcostume. Il comune intervenga. La cartellonistica è pronta per essere donata” conclude Borgatti.

Marko Simonovic è la nuova Ala-Pivot del Roseto Sharks

Il montenegrino Marko Simonovic è alto 212 cm per 98 kg, ala-pivot, giocatore estremamente mobile, nonostante l’altezza, in grado di attaccare anche fronte a canestro.

Si è conclusa positivamente la trattativa che porta al Roseto Sharks Marko Simonovic, giocatore proveniente dall’Olimpija Lubiana. Un altro giovane che rafforza ulteriormente il roster rosetano e che inizierà la preparazione a Roseto ai primi di Settembre, anche se l’atleta è già al lavoro dagli inizi di Agosto con la squadra slovena.

Marko Simonovic, nato a Mojkovac, Montenegro, il 15 Ottobre 1999, 212 cm per 98 kg , ala-pivot, è un giocatore estremamente mobile, nonostante l’altezza, in grado di attaccare anche fronte a canestro. Il giocatore montenegrino già conosce il PalaMaggetti per averci giocato durante le Finali Nazionali U20 nell’aprile 2017 e aver vinto il trofeo con la PMS Moncalieri, mentre la scorsa stagione ha militato con la Montepaschi Siena, Girone Ovest di A2. Ha partecipato, inoltre, agli Europei Under 20 che si sono svolti in Germania lo scorso mese di Luglio, in cui ha totalizzato una media di 14,7 punti e 10,1 rimbalzi a partita.
Quarto anno in Italia

Qui a Roseto degli Abruzzi sarà per Marko il quarto anno di formazione in Italia dopo Moncalieri e Siena. Simonovic è sotto la lente di tutti gli scout più importanti d’Europa in quanto è un probabile candidato ad un posto al prossimo Draft NBA, ed i maggiori siti specializzati lo considerano tra i migliori cinque giocatori europei classe ’99. Il fatto che l’Olimpija Lubiana abbia scelto il progetto Roseto Sharks-Stella Azzurra, per far proseguire il miglioramento tecnico del giocatore, è un ulteriore elemento significativo sull’importanza collaborazione in atto.

Aggiungiamo che

Marko Simonovic è stato convocato dalla Nazionale del Montenegro per la Seconda Fase delle Qualificazioni Mondiali che si terranno dal 13 al 17 settembre 2018.

Il neo acquisto biancazzurro, dopo il brillantissimo Europeo U20 dello scorso luglio, sarà quindi nel roster montenegrino scelto da Coach Zvezdan Mitrovic: il Montenegro giocherà Venerdì 14 Settembre contro la Turchia e Lunedì 17 Settembre contro l’Ucraina. L’atleta montenegrino sarà , probabilmente, uno degli atleti più giovani ( classe ’99 ) presenti in questa finestra di qualificazioni, e la sua convocazione non fa altro che arricchire il suo già ampio curriculum, facendo ricadere maggiormente gli occhi degli Scout Nba su di lui.

Coach Germano D’Arcangeli sulla convocazione di Simonovic: “Siamo estremamente orgogliosi di questo grande passo che fa Marko per la sua carriera, noi siamo disposti ad aspettarlo dato che si parla di un giocatore dal grandissimo talento e che quindi ci darà un forte aiuto durante la stagione. “

Marko, quindi, sarà a Roseto non appena avrà finito i suoi impegni con la Nazionale Maggiore.

Arte Rieti: Leonessa a colori (Ciò che è senza nome)

Leonessa a colori (Ciò che è senza nome) 4 Expo d’arte contemporanea internazionale

All’interno del Chiostro di San Francesco “Mauro Zelli”, nella città di Leonessa, si è svolto un importante appuntamento con l’Arte, con la A minuscola.
Il titolo che è stato dato alla manifestazione è quello di “Leonessa a colori” e come ben dice la presidente della locale Pro Loco Elena Rauco “un titolo più bello non poteva essere scelto per la nostra città e l’expo di Arte contemporanea 2018 che Leonessa ospita”.
La rassegna artistica 2018 vede la direzione artistica diretta dal maestro Massimo Bigioni.
Da sottolineare che la città di Leonessa ha dato prova di possedere il coraggio di rialzarsi e di andare avanti, dopo aver subito il periodo difficile e cupo del post sisma, è oggi, anche grazie a questa mostra artistica, da modo di risvegliarsi a colori.
Appunto il colore è la parte predominante di questa mostra che nel Chiostro di San Francesco da prova, grazie a valenti artisti, di essere ancora una volta protagonista nel mondo artistico italiano.
La manifestazione ha visto oltre al patrocinio del comune di Leonessa, della Pro Loco, e ai Aion Arte, anche i vari parter che rispondono ai nomi di Circolo culturale Spazio Arte (L’Aquila), il periodico Abruzzo AZ, la Corale San Giuseppe da Leonessa, Lucozart Verdelais (Francia), Fondazione Arte senza Frontiere, Frati cappuccini di Leonessa, Associazione famiglie disabiliti Terni, del Circolo Filatelico Numismatico Rosetano e dell’Associazione Culturale Terra e Mare due sodalizi di Roseto degli Abruzzi(TE).
Lasciamo la parola per le varie descrizioni artistiche dei partecipanti all’Expo 2018 al critico d’arte Emidio Di Carlo, sempre presente con professionalità e convinto sostenitore di Leonessa “Città d’Arte”.
Qui di seguito l’intervento di Emidio di Carlo.

“Ciò che è senza nome è il principio del cielo e della terra”. Ecco una massima del Taoismo, antica religione-filosofica cinese, da cui trae spunto il filo conduttore della mostra d’arte internazionale che è proposta in Leonessa, nel chiostro di San Francesco. La rassegna del 2018 non ha, infatti, un titolo; non ne ha il bisogno, ma ha un motivo informatore. Nelle opere presentate gli artisti avvertono l’avanzare dell’incertezza, l’assalire del dubbio, la necessità di non riuscire a tradurre in una dicitura l’insieme dei valori all’origine dei loro lavori, l’uno più importante o fondamentale dell’altro. Il titolo, alla fine, svanisce nel “Senza titolo”; per riapparire, miracolosamente, in una “Leonessa a colori”. Siamo ben oltre l’occasionale pretesto. Compaiono così una molteplicità di contenuti. Il passato riaffiora nel presente con innovazioni formali e un linguaggio del colore, carico di interessi umani. La nuova avventura non tradisce il lungo cammino poeti
co nella storia dell’arte.
Dato il tributo all’Oriente, ci si proietta nell’Occidente.
Nel nuovo scenario cromatico il pensiero platonico ha fatto strada. Nel dualismo cristiano le immagini si configurano come “Corpo” e “Spirito”, “Materia” e ”Anima”.

“Cielo” e “terra” si rincorrevano, con specifiche sfaccettature, nei precedenti eventi internazionali di Leonessa, ovvero le rassegne del 2016 e del 2017, con ascendente “vitalità” cristiana e, naturalmente, sulla scia di due campioni del Cristianesimo, San Giuseppe da Leonessa e San Francesco d’Assisi.
La spiritualità, in quanto astrazione poetica, resta il movente di qualsivoglia opera d’arte. Più la trascendenza è forte più la “concretezza figurativa” ne guadagna, impregnando il linguaggio di arte poetica.

La mostra di Leonessa è ricca di una varietà iconica, figurativa e astratta; si va dal paesaggio alla esemplificazione della natura umana.
Gli artisti: Bandieri Giuliano, Barigelli Rita, Battilocchi Gabriella, Bigioni Massimo, Bomba Ada, Bracciantini Monica, Carbonetti Luigi, Carmignani Marianna, Cintio Giacomo, Croce Veronica, De Carolis Lucia, Di Nardo Fabrizio, Fainelli Roberto, Ferrucci Miriam, Gigi Giorgia, Giustini Paola, Gunnella Fabrizio, Maddalena Paola, Maiorini Piergiorgio, Maqueira Luiva, Moretti Rossana, Morini Fabrizio, Nardi Antonella, Nicolini Stefania, Owens Antonia, Owens Francesca, Petrini Aldo, Pianosi Marsilio, Piccioni Luigi, Pozzi Paolo, Rauco Angelo, Rufini Felice, Scatola Dario, Tiberio Raimondo, Tipaldi Renata, Valan (Antonio Valentini), Venturini Cinzia, Venturini Lolita, Volpi Giulio, Zelli Angelo, Zucconi Stefania.

Attraverso il disegno e, soprattutto il colore, ogni opera esplicita un anelito cristiano. Il “credo” muove l’esperienza quotidiana dell’uomo-artista che diviene così interprete e portatore di un messaggio cosmico nel presente.

“Il regno di Dio – scriveva François Mauriac a Louis Aragon – va oltre le frontiere della Chiesa visibile e io sono certo che anche voi conoscete dei santi”. La convinzione del bordolese Premio Nobel per la Letteratura nel 1952 (attribuzione che ha consacrato il carattere universale dell’opera del romanziere, poeta, saggista, drammaturgo e giornalista Mauriac) trova sintonie nelle opere proposte a Leonessa; opere nelle quali il fare e il lessico figurativo sono intrise di umanità corrente e volontà divina.

In un saggio François Mauriac (Bordeaux 1885- Parigi 1970), commentava così l’immagine fotografica della Sacra Sintone di Torino: “[…] Se accettiamo per vera questa immagine, la cui manifestazione, dopo tanti secoli, era riservata alla nostra epoca, grazie a una delle scoperte di cui si mostrò così orgogliosa, non possiamo negare che Gesù sia stato di una statura maestosa e che il suo volto regale suscitasse forse adorazione ancor più che amore. È strano che, per una misteriosa derivazione, quasi tutte le immagini del Cristo trionfante inventate dai pittori, dalle prime effigi bizantine fino ai Cristi di Giotto, del Beato Angelico, di Raffaello, di Tiziano e di Quentin Metsys, derivano da questo disegno misterioso nascosto nella Sacra Sindone e di cui nessuno dei numerosi artisti che lo riprodussero sospettava l’esistenza”.

La citazione non vuole essere fortuita, trovando la molteplicità dei riscontri nella mostra in Leonessa. Il pensiero di François Mauriac svela l’accaduto nell’imprevedibile, il vero nel mistero, la “terra”, appunto, e il “cielo”. Egli fu, infatti, maestro nell’arte del descrivere le passioni che tormentano gli esseri umani. Nelle opere, che sono state consegnate alla storia, si riflettono le tematiche umane e cristiane già segnate nella vita dai due citati Santi legati alla cittadina reatina.

Va ricordato che l’esordio dello scrittore – il Centre d’Etudes Malagar è sito nei pressi di Verdelais nel Dipartimento della Gironda (Aquitania, Francia), è avvenuto con un articolo pubblicato su “La vie fraternelle”, voce del movimento progressista cattolico “Sillon” animato da Marc Sangnier, di impronta operaia e popolare. A seguito di una conferenza di Sangnier a Langon, cittadina delle Lande, Mauriac disse: “Il évoque Jésus même au milieu de nous… On ne voit plus que son âme”.
Per questo, i contenuti, profondamente umani e al contempo del transeunte, traspaiono già dai titoli di alcune sue opere: “L’Enfant chargé de chaînes” (1913), “La Robe prétexte” (1914), “La Chair et le Sang” (1920), “La Paroisse morte” (1921) “Préséances” (1922), “Le Baiser au lépreux” (opera del 1922 stampata in 18.000 copie), “Ce qui était perdu” (1930), Trois grands hommes devant Dieu (Molière, Rousseau, Flaubert)” (1930), “Souffrances et bonheur du chrétien” (1931), “Le Jeudi Saint” (1931), “Noeud de vipères,” (1932), “biographie de Sainte Marguerite de Cortone” (1941(. “Passage du Malin” (1947), “Feu sur la terre” (1949), “L’Agneau” (1953), “Paroles catholiques” (1954), “Le Pain vivant” (1955), “Le Fils de l’homme” (1958), “Ce que je crois” (1958).

Vi emergono le denunce spietate sull’avarizia, sull’orgoglio, sull’odio, sulla sensualità, sull’avidità e su quant’altro offerto dall’esuberante dominio della borghesia di provincia. Lo scrittore accentua il giudizio critico sul grigio mondo borghese in nome dei valori religiosi. Tra queste opere occorre, di certo, evidenziare per un’opportuna lettura del Mauriac cattolico, la “Vie de Jésus” (1936), ovvero l’opera chiave che ha consentito allo scrittore, già studente nei Maristi, di uscire dal ghetto di una letteratura ordinaria, svelando la voce dello spirito inquieto e tormentato; oltre al breve testo intitolato “Ce que je crois” del 1958, l’opera in cui l’autore esprime la sua fedeltà a Cristo.

Nel 2018 Mauriac e Leonessa hanno un legame in più, poiché dalla Francia, giungono ad arricchire il nuovo evento culturale e artistico, le opere degli artisti di due associazioni: “Lucozart” e “Root’Arts”.
Si tratta di opere, già presentate nel Centre Mauriac de Malgar il 19 maggio, in occasione della “Nuit des Musées”, dagli artisti delle citate associazioni e espressamente inviate in Italia e a Leonessa con intento di approfondimento sui valori cattolici d’Oltralpe.
Merita precisare anche che a “Malagar” le opere dei francesi sono state arricchite con dei lavori giunti dall’Italia – nel quadro di un gemellaggio culturale – a firma degli artisti di “Spazio Arte” di L’Aquila e di “Aion Art” di Leonessa/Spoleto.

Le opere degli artisti francesi giungono non solo da “Malagar”, ossia dal luogo che fu proprietà di François Mauriac dal 1926 e sono il frutto di un ipotetico viaggio compiuto dalla Regione Toscana alla Regione Aquitania. Gli artisti francesi hanno, difatti, immaginato una singolare “Mille Miglia dell’Arte contemporanea”, prendendo a pretesto e portando a ‘bordo’ delle rispettive opere i “cypres” (i pini, appunto) presenti nel logo (e nel paesaggio) di Malagar; località dove campeggia proprio la Maison de Français Mauriac.

Ma veniamo ai contenuti delle opere proposte a Leonessa.
Significativo è il primo omaggio regalato da Florent Lucéa. Ci mostra una testa (umanizzata) di leonessa in un tripudio grafico-pittorico di rilevante gestualità, con un giro di rose e una sofferente natura “decorata” dal fluire delle lumache.

In una composizione, realizzata da Monique Lobera, François Mauriac affiora dal buio della notte con dei supposti illuminati testi letterari, a mo’ di carte ‘ritagliate’ matissiane. L’ispirazione tecnico-compositiva di Henri Matisse è presente anche in “Nadia”(1948) dove l’artista è attenta a una marcata linearità che essenzializza il volto. Viene, poi, incontro dalla notte il volto dello scrittore, della Ney (Emery Mirabel) con un felice acquerello che non trascura, nella parte alta i “cyprès” della natura in Malagar.

Quanto alle composizioni, nei “Ritratti” di Juanico trova sviluppo il gioco grafico formale della mail art. Il riferimento è a Keith Haring, ai suoi celeberrimi “omini” e al logo che ormai campeggia sui muri, sui tabelloni pubblicitari, e che hanno contaminato non poche opere d’arte della nuova generazione di artisti. L’esemplificazione del linguaggio grafico-compositivo si coglie anche in altra opera in cui i tre “cyprès”, con ipotetica “glorificazione letteraria“ di Daniel Bibes, viaggiano su un’ipotetica barchetta (letteraria) in giro per il mondo, simboleggiato quest’ultimo da un grande cerchio astrale. Qui avrebbe scritto Mauriac: “Ognuno di noi è un deserto: un’opera è sempre un grido nel deserto”.

Nelle opere degli artisti francesi la “merce pregiata” (i “cypres”) è presentata nel suo divenire, dalla piantagione (vedasi l’opera di Séverine Bord) al trasporto (cfr. l’opera di Céline Plessis), ai mezzi di trasporto “ndo” oltre nel suo “dio”: Chrystelle Dariet. con “Aerostato”, Charlie La Porte con “la vespa”, Sabine Peyré con “l’auto utilitaria”. In una visione più ampia: Genévieve Aimasso raccoglie le varie esperienze in Italia (a Milano; a Venezia per il Carnevale, alla Torre di Pisa); Sandrine Malaurie va anche oltre, effettuando il “giro del mondo” costellandolo di “cypres”.

Queste opere sono certamente degli d’assunti di un attivismo umano che, nella creatività operativa offerta dal bianco e nero, riconduce verso la dottrina dell’unità dei contrari, richiamata nell’incipit iniziale sulla mostra in Leonessa. Insomma si allude al principio di Eraclito e a quello di Lao Tse. Femminile, freddo, passivo, tenebroso il primo; maschile, attivo, luminoso, positivo il secondo. Di conseguenza, ciò che separa e che accomuna tale esemplificazione “dualistico-grafica” non può che essere l’espressione dinamica delle contrapposizioni.

I resoconti di viaggio da parte di Florent Lucéa sono espliciti (il percorso viario dalla Toscana alla Nuova Aquitania); sono carichi di colore, gestualità, riferimenti iconografici che fanno pretestuosamente e ipoteticamente pensare alla “Donna” (rivisitazioni della “Monna Lisa” di Leonardo o della “Venere” del Botticelli). In queste opere il “cielo” e la “terra” sono impregnati dal linguaggio informale e dal ‘colore’; fugano un ‘titolo’ specificatamente figurativo ed esaustivo.

Il grande dipinto di Gabrielle Furlan – senza dubbio memoria del paesaggio toscano – è in linea con l’obiettivo dell’appuntamento 2018 in Leonessa. Il passato e la tradizione figurativa si fondono nel paesaggio, ricco di colore, con infinitesimali grafico-formali di gestualità in chiara atmosfera mediterranea, con richiami alla Toscana e all’Aquitania di François Mauriac.

Nell’omaggio a Leonessa non poteva mancare, la “rosa”, sicché il fiore esalta ulteriormente l’evento reatino del 2018. L’omaggio a Leonessa è arricchito dall’opera di Cesare Serafino Augusto, artista-amico già presente in importanti mostre allestite da “AionArte” di Spoleto-Leonessa e “Spazio Arte” di L’Aquila. Non una, ma tre “rose” vengono consegnate nella circostanza per l’esposizione, per di più dipinte su tavola, come facevano gli antichi maestri medioevali (Duccio di Boninsegna, Cimabue, Gentile da Fabriano, Giotto, etc.); “rose”, ovviamente, espressione dell’ansia creativa dell’artista di Spilimbergo la cui sensibilità trascende l’aspetto strettamente realistico, in favore dell’impulsività formale e cromatica dinamicamente attive.

In “Leonessa a Colori” si rinnova anche l’antico gemellaggio, che coinvolse, nel passato, l’Associazione “Terra & Mare”, il “Circolo Filatelico e Numismatico” entrambi sodalizi di Roseto degli Abruzzi, e l’Association Lucozart di Verdelais (Francia).

Il preteso fu, al tempo, la “rosa”, una sorta di DNA inscindibile per la cittadina adriatica. Il ‘fiore’ e il ‘colore’ con le varianti cromatiche dal Sud al Nord in Europa e le cui peculiarità e la bellezza hanno reso famosi i luoghi in cui si coltivano, sono il “leit motiv” di una performance che oltrepassa il contingente, l’immanente, pervenendo al trascendente, insomma alla “candida rosa” del “Paradiso” dantesco.
Severine Bord, dell’Association Lucozart, si è lasciata attrarre dalla “rosa” effettuando un cammino narrativo e riflessivo costantemente imperniato sul rapporto quotidiano tra il fiore e la donna.
Se tante sono le rose, non da meno lo sono dunque i “colori” che esplicitano l’importanza delle opere d’arte presenti in Leonessa. Non a caso Marco Tullio Cicerone nel De finibus, 5,15,43 scrisse “Vis naturae quasi per caliginem cernitur” (“La forza della natura si scorge quasi attraverso una cappa di oscurità”).
Ciò perché non sempre i fenomeni naturali sono evidenti e immediatamente comprensibili.

Vandali nella riserva Borsacchio

Accampamenti notturni, immondizie, fuochi e tappeti di bottiglie rotte. A rischio le specie protette e l’incolumità dei cittadini.
Con l’apertura della pista ciclabile all’interno della Riserva Borsacchio, senza gestione e controlli organici, poteva causare l’arrivo dei “Vandali” .
Purtroppo le previsioni sono state veritiere.
La prima segnalazione è stata fatta il 13 Agosto 2018 al Comune di Roseto ed al comando dei Vigili Urbani con foto ed indicazioni di strutture presumibilmente abusive , bivacchi, campeggi con fuochi e versamento di rifiuti di ogni genere all’interno dell’area protetta. La segnalazione è stata ignorata.
“Vandali” spesso utilizzano la pista ciclabile con mezzi a motore, segnalati, che parcheggiano o lungo la pista ciclabile o perfino in spiaggia.
Nel 2018 abbiamo segnalato ufficialmente al comune di Roseto la presenza in quelle zone di Fratini e Gigli di Mare. Specie di Flora e Fauna a rischio d’estinzione e pesantemente tutelati da tutte le fonti del diritto, a partire dal piano spiaggia del comune, passando per l’ordinanza balneare regionale fino a due direttive europee e leggi di conversione.
Purtroppo i vandali hanno compiuto uno scempio. Resti di fuochi notturni ed un tappeto di bottiglie rotte davanti una di queste casette abusive posta a 300 metri a nord del Lido D’Abruzzo.
Inutile ricordare l’incredibile numero di normative che vietano questo. Il buon senso dovrebbe naturalmente imporre il rispetto della natura in un tratto di spiaggia protetto e la civiltà dovrebbe indicare di non causare pericoli agli altri fruitori che dovranno sperare di non ferirsi nei tappeti di vetri.
Rifiuti che ogni anno togliamo a mano , in 3 pulizie organizzate, ma rimuovere vetri frantumati dalla spiaggia è molto difficoltoso e richiederà a noi volontari uno sforzo incredibile ed una uscita apposita.
Abbiamo inviato formale segnalazione alla Regione Abruzzo, ai Forestali, alla Guardia Costiera , ai Vigili ed al Comune e se anche questa cadrà nel vuoto ci rivolgeremo alle autorità superiori segnalando la situazione.
Il danno che stanno arrecando è enorme. L’immagine della Riserva è a rischio e si sta compromettendo la presenza di specie protette che risultano vitali anche per l’assegnazione della bandiera blu.

Teramo, i ponti della città

Pubblichiamo i risultati della relazione inviata dal Comune di Teramo al Ministero delle Infrastrutture che, dopo la tragedia del ponte Morandi a Genova, ha chiesto ai comuni italiani di avviare un monitoraggio approfondito dei ponti comunali.
L’amministrazione teramana lo ha fatto insieme alla Ruzzo Reti ed ascoltando l’Anas per ciò che concerne ponte San Gabriele, la cui competenza non è del Comune.

“E’ fondamentale aver avviato questa mappatura per stabilire un grado delle priorità ed avere poi finanziamenti per operare”, il commenta dell’assessore ai Lavori Pubblici Stefania Di Padova.
Il risultato delle indagini su dieci ponti comunali è che nell’immediato non presentano criticità particolari ma, per metterli davvero a norma considerando le attuali leggi in vigore in materia antisismica e per ripararli dal trascorrere del tempo, sono necessari 30 milioni di euro.

Il Comune di Teramo punterà ad avere 7 milioni di euro per intervenire intanto con le riparazioni. Per quanto concerne poi l’adeguamento antisismico, serviranno ulteriori fondi.
Alla conferenza stampa sono intervenuti gli ingegneri del Comune, oltre al sindaco Gianguido D’Alberto.

“Da sottolineare un dato molto grave – ha detto il primo cittadino – La documentazione non è a disposizione degli enti preposti, perché con il continuo cambio di competenza si è fatta confusione.
Vogliamo collaborazione, non c’è bisogno di un rimpallo di responsabilità, perché responsabilità è andare anche oltre le proprie competenze in materia pubblica”.

PONTE SAN GABRIELE
La situazione più problematica che i cittadini si trovano maggiormente ad affrontare ogni giorno, considerato che è un punto fondamentale per la viabilità della città.
A prescindere della competenza Anas, che ha stanziato 9 milioni di euro ma per lavori non immediati, il Comune punta a migliorare il transito pedonale allargandolo, ponendo anche delle adeguate opere di protezione per i pedoni. “Non c’è nessun braccio di ferro con l’Anas, ma c’è bisogno di una stretta di mano – ha detto D’Alberto – Va trovata una soluzione”.
Il sindaco si riferisce anche ad un manto stradale di cui ben poco è rimasto, soprattutto in direzione mare.
Lunedì comunque ci sarà un incontro in Prefettura, anche con Anas, proprio per affrontare la questione del ponte.

PONTE SAN FRANCESCO
Secondo i rilevamenti del Comune inviati al Ministero, la normativa antisismica è inadeguata e nel lungo periodo servirà una riparazione strutturale degli appoggi.

PONTE SAN FERDINANDO
In questo caso la normativa antisismica è assente (ponte del 1850). Nell’immediato si dovrà eliminare la vegetazione che infesta la struttura, poi si dovrà lavorare sulle infiltrazione nel manto stradale. Nel lungo periodo invece ci sono delle lesioni su cui lavorare.

PONTE SUL TORRENTE MESSATO
Normativa antisismica assente per questo ponte antecedente al 1920. Anche in questo caso a stretto giro dovrà eliminarsi la vegetazione e nel lungo periodo intervenire sul consolidamento della base di fondazione.

VIADOTTO CARTECCHIO
Normativa antisismica carente per il ponte del 1967, per cui nel breve periodo dovranno essere integrate le barriere di protezione. Poi si dovrà lavorare in futuro anche sulla sostituzione dei sistemi di appoggio.

PONTE SUL FOSSO CONA
Normativa antisismica inadeguata (1980).
Nel breve periodo bisognerà rimuovere la vegetazione, nel lungo periodo riparare gli appoggi.

PONTE A PORTO
Normativa antisismica inadeguata.
Vegetazione da rimuovere in primis, poi si dovrà operare sulle infiltrazioni e, nel lungo periodo, riparare gli appoggi.

PONTE A CATENA
La normativa antisismica è inadeguata. “Non può essere più utilizzato come adesso”, tuona il primo cittadino. In sostanza non potrà più essere utilizzato come lo si fa attualmente, considerato il deposito della Teramo Ambiente a Carapollo, anche per la conduttura del gas che passa sotto ad aggravare la situazione.

VIADOTTO VIA DE GASPERI
Normativa antisismica incredibilmente carente per un’opera del 2005 che ne lungo periodo necessiterà di sostituzione dei sistemi di appoggio.

PONTE SUL FOSSO CEPPATO
MURO VIA DE GASPERI
Serviranno ulteriori lavori nel breve e medio periodo.

Festival del Cinema Portobello di Londra: l’Italia rappresentata da Flavio Sciolè

Il regista rosetano Flavio Sciolè rappresenta l’Italia alla 23° edizione del Portobello Film Festival che si svolge in questi giorni a Londra.

Due suoi video, infatti, sono stati selezionati per il prestigioso festival inglese. Per l’autore si tratta della 14a partecipazione al festival che gli ha già dedicato retrospettive in passato.
Sciolè è stato selezionato per la sezione ‘Italian, Portuguese, Spanish Films’ ed i suoi corti saranno proiettati il 3 settembre al ‘The Muse Art Gallery’.

I video in concorso sono: ‘Giro Giro Tondo’ e ‘Guarda Dada’, il primo rievoca giochi ancestrali mentre il secondo è un omaggio al dadaismo.

Flavio Sciolè anno 1970, vive a Roseto degli Abruzzi, (Teramo), agisce da circa trenta anni nel cinema sperimentale ed i suoi film sono stati proiettati in tutto il mondo.
Nel 2018 ha partecipato a numerosi festival tra cui: San Giò Verona Video Festival, Ei fu siccome Dada, Malafemme Vol. 4.
Ad aprile ha tenuto un seminario presso l’Accademia di Belle Arti de L’Aquila mentre a giugno è uscito in DVD per la CG Entertainment il film ‘Pianosequenza’ diretto da Louis Nero che vede Sciolè tra i protagonisti (pellicola presentata alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2004).
Regista di teatro, a fine giugno è uscito per la Holy Edit ‘Del Grottesco’, il suo secondo libro di opere teatrali.

Qui di seguito elenchiamo la programmazione dei film prevista con nome del regista e titolo del film:

Sezione Italian, Portuguese & Spanish Films

6 – 10.30 pm

iViva Kino! Lia Beltram 60 mins U
Riding through towns, villages and missions founded by Fr.Kino in the 17th Century. The wall on Mexican /USA border, the Pina People, the desert, deportees…
Bio/Human Rights Documentary Italy

Guarda Dada Flavio Sciole 5 mins 12A
A video for Dada (Art Movement).
Experimental Film Italy

Giro Giro Tondo Flavio Sciole 10 mins 12A
Ring a ring o’ roses.
Experimental Film Italy

Confort TV Ivan Valencia 10 minutes 12A
Jaimie is an actor who survives by filming tele-shopping spot. One day, while recording the advert of a mattress, he anxiously awaits the call of a producer who must confirm him the chance of a lifetime in a television series.
Comedy Spain

Rip Pole Jorge Yudice 1 min 12A
The ultimate tool to be the master of every single like. Rip Pole is the app you’ve been waiting for.
Comedy Spain

Z Fest David Cordero 16 mins 15
Having a fight with your girlfriend inside a tent during a music festival and finding out that you are surrounded by zombies ….. maybe it’s not the biggest problem you have. Or is it? Yep. Pretty sure it is. Definitely.
Comedy Spain

Her world Cristian Scardigno 10mins 15
A 7 year old child walks in an airport restroom. In a few minutes her life changes dramatically.
Italy Drama

Por Tua Testemunha (As Your Witness) Joao Pupo 18 mins 12A
Ivo Moura is a man with a purpose but nature deviates from his path.
Drama Portugal

Uma Vida Sublime Luis Diogo 142 mins 15
Dr.Ivan has found two radical cures for unhappiness: the diagnosis of fake terminal cancers and the temporary elimination of the five senses. But will the therapies result, or do they have unforeseeable side effects?
Thriller Portugal

7 Giorni Roseto n. 32 del 2 settembre 2018

Il regista rosetano Flavio Sciolè rappresenta l’Italia al Portobello Film Festival di Londra.
Vandali nella riserva Borsacchio.
Tordino: in attesa messa in sicurezza.
A Roseto botta, risposta e replica tra destra e sinistra.
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32 2 settembre 2018