Direttore regionale dei vigili del fuoco visita la caserma di Roseto

Il Direttore Regionale dei Vigili del Fuoco della Regione Abruzzo, ingegnere Angelo Antonio Porcu, accompagnato dal Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco di Teramo, ingegnere Romeo Panzone e dal Primo Dirigente della Direzione regionale Vigili del Fuoco Abruzzo, ingegnere Daniele Centi, ha fatto visita al Prefetto di Teramo Graziella Patrizi, presso il Palazzo del Governo, con la quale ha avuto un cordiale colloquio.
Nel corso dell’incontro sono state affrontate diverse tematiche che interessano questa realtà provinciale, relativamente alla pubblica incolumità ed è stato espresso l’auspicio di continuare la proficua e sinergica collaborazione nell’interesse della collettività. Durante l’incontro sono stati affrontati argomenti inerenti i profili di competenza dei vigili del fuoco, in un’ottica di fattiva collaborazione, finalizzata ad attivare utili sinergie per la tutela della sicurezza nel territorio della provincia teramana.
Successivamente il Direttore ha incontrato presso la sede del Comando di via Diaz il personale operativo ed amministrativo, recependo alcune istanze finalizzate ad assicurare ancora una maggiore efficacia dell’azione operativa dei vigili del fuoco ed assicurando il proprio interessamento per fornire ogni supporto necessario. In particolare, il Comandante Panzone ha evidenziato l’esigenza di potenziare il dispositivo di soccorso dei vigili del fuoco sul territorio provinciale.
La visita del neo Direttore si è conclusa presso il Distaccamento di Roseto degli Abruzzi, dove ha incontrato il personale operativo e i sommozzatori che rappresentano una delle specializzazioni di eccellenza del Corpo Nazionale dei vigili del fuoco.

7 Giorni Roseto N. 39 21 ottobre 2018

Vertenza Salpa-Rolli: accordo firmato in Regione.
Roseto ospita i più bravi fresatori d’Italia.
Il titolo di Grande Vino assegnato al Pecorino di Roseto.
Direttore regionale dei vigili del fuoco visita caserma di Roseto.
Rimpasto di Giunta a metà novembre?
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39 21 ottobre 2018

7 Giorni Roseto N. 38 14 ottobre 2018

 

Ci ha lasciato l’amico Pietro Di Frischia.
Fondi Masterplan opere a rischio in provincia di Teramo.
Ritardi per il Pan della Riserva Borsacchio.
Lo sbocco della Teramo-Mare sarà costruito a Giulianova e non a Roseto.
In provincia di Teramo a presto, un nuovo Beato.
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38 14 ottobre 2018

Luigi Marini, l’uomo, l’atleta, l’imprenditore ci ha lasciato prematuramente

Luigi Marini non è più con noi.
Un pezzo della nostra Roseto degli Abruzzi se n’è andato in punta di piedi.
Conosciutissimo nell’ambiente sportivo e in quello imprenditoriale aveva avuto una miriade di contatti e amicizie, sia in Italia che all’estero, durante tutta la sua vita, nello sport e nel lavoro.
Mi permetto di parlare di Luigi in prima persona visto il vincolo di parentela che ci legava da sempre.
Sua mamma Elvira era la sorella di mio padre Mario, e da sempre c’è stato quel feeling tra sorella e fratello e io che venivo portato da papà in quella casa di via Mazzini dove abitava insieme a suo fratello “Peppe” e zio “Felluccio” insieme a Luigi era una sorta di pellegrinaggio domenicale.
Papà o per salutarla o per potare la vigna o per farsi stringere i vestiti o per una scusa qualsiasi si fermava con il suo motorino a salutare la sorella “zia Elvira”.
Di Luigi (dieci anni più grande di me) ricordo diversi passaggi della sua vita privata.
Oggi in questo pezzo, chiamiamolo, forse, di commiato, non mi dilungherò a raccontarvi la sua storia ma alcuni pezzi che mi sono rimasti in mente, quelli si voglio farvi partecipi dei miei personali ricordi di Luigi.
Forse un Luigi Marini inedito per tanti che lo hanno conosciuto solo come atleta o come imprenditore.
Ricorderò tre soli momenti, le sue tre passioni, (ne aveva tantissime), quelle che secondo me lo hanno appassioantao e divertito di più.
La prima quella per il mare, visto a 360 gradi, che Luigi amava in tutti i sensi.
La pesca con la rete a ombrello, detto in dialetto “con lo schiazzo”.
E qui entra in campo “zio Mario”, cosi chiamava affettuosamente mio padre (nella foto).
Luigi infatti aveva saputo che l’altro suo zio Franco che abitava a Montesilvano (oggi scomparso) aveva approntato un nuovo tipo di rete, e lo aveva fatto sperimentare alla foce del fiume Saline a zio Mario.
Anzi aveva preparato un doppione di quella rete e ne aveva fatto dono a suo fratello Mario.
In quesgli anni (parliamo di inizio anni ‘70) diversi rosetani e curiosi cominciarono a vedere a Roseto, in particolare alla foce del fiume Vomano, un uomo che in mezzo al mare a pochi passi dalla riva con una rete in mano la buttava davanti a se stesso, ad una decina di metri.
Fatto questo gesto e dopo che la rete era scomparsa tra le acque la ritirava tramite un cordino che eveva legato al polso e quando la tirava fuori dall’acqua come per incanto in mezzo alla rete c’era impigliato un pesce e a volte anche più di uno.
Luigi alla vista di ciò, volle provare quel nuovo tipo di pesca che aveva origini indonesiane e se ne innamorò.
Si fece preparate da zio Mario uno “schiazzo” e nei momenti liberi dal lavoro andavano insieme a pesca, e spesso quando la preda pesava più di uno o due chili era zia Elvira che cucinava con le patate come contorno agli amici di Luigi pesce arrosto e al forno che veniva apprezzato nel fresco giardino della casa di via Mazzini.
Oltre aquesto tipo di pesca, Luigi alla fine degli anni ‘70 si appassionò ad un nuovo sport.
Lui che aveva praticato insieme all’amico Sandro (nella foto) la pallacanestro a livello agonistico, questa volta aveva trovato uno sport legato al mare: il windsurf.
Una delle prime tavole a vela apparse a Roseto furono oltre a quelle di Candelori, il windsurf di Luigi.
Si riunivavo, con altri amici, poco a nord dell’’Hotel Bellavista, ma Luigi non disdegnava allontanarsi verso sud fino ad arrivare di fronte alla pineta.
Trascorreva ore in mezzo al mare e poi soddisfatto e ritemprato,tornava al suo lavoro quotidiano.
Dopo questi due passatempi legati al mare, voglio svelarvi l’altra sua passione, che forse solo alcuni suoi amici conoscono, la fotografia.
Pensate che quando personalmente a metà degli anni ‘70 fondai il CFR “Club Fotografico Rosetano”, in via Cavour, non ero a conoscenza che Luigi gia da anni era un fotoamatore.
E che fotoamatore!
Quando venni a conoscenza di questa sua passione andai subito a casa sua, insieme a papa Mario.
Luigi fu entusiasta di questa mio honny per la fotografia, ma mi rivelò che ormai per lui questa passione, che lo aveva affascitato e coinvolto per nni, stava svanendo.
Mi chiese che tipo di macchinetta adoperassi e fu contento della mia scelta di una macchina giapponese la Yashica biottica 6×6, e mi confidò che anche lui aveva scelto una giapponesse una Zenza Bronica 6×4,5.
Il mio primo pensiero di getto davanti a papà lo dissi involontariamente. “Beato a te Luigi che puoi permetterti una macchinetta così costosa. Io vado ancora a scuola”.
La mia Yashica all’epoca costava circa 100 mila lire, la sua Zenza Bronica oltre le seicento mila.
La mia poi con un accordo con l’amico fotografo “Mimì” Piccioni la pagai a 10 mila lire al mese.
Ma questa è un altra storia che fa riflettere, sulla vita di Luigi, visto che lo stipendio medio dell’epoca in cui lui acquistò la macchietta era dicira 120 mila lire al mese, fatevi i conti.
Quell’incontro terminò con un sorridente Luigi che, colpito dalla mia sincera battuta, regalò al sottoscritto un pacco da 10 rullini 6×6 marca Kodac.
Dicevo poco fa che Luigi Marini è stato un fotoamatore con i fiocchi, visto che oltre alla macchinetta si era fatto costruire sempre da zio Mario, dietro sue precise indicazioni, sopra il terrazzo di casa in via Mazzini una vera e propria camera oscura in muratura.
Al suo interno aveva installato l’ingranditore, e in uno stanzino le vaschette verticali per sviluppo delle pellicole, e di fianco all’ingranditore tre vaschette di acidi per sviluppo e fissaggio. Il tutto con lampade da viluppo professionali, con tanto di cordini dove appendere le foto per asciugarle e tappetini assorbenti per il liquido da fissaggio che scolava dalla carta fotografica.
Completava il tutto uno scaffale dove erano alloggiate le pellicole vergini, colore e bianco e nero, un vasto assortimento di carta fofografica (dalla 1 al contrasto 5) e alcuni obiettivi a la sua Zenza Bronica in una cassetti.
Quindi una passione posso chiamarla “professionale” e non solo come hobbista.
Questo era Luigi, un uomo amante delle novità, con spirito imprenditoriale e avventuriero.
Un uomo che ha vissuto la sua vita “alla grande” , nel vestire, nel mangiare e nel lavoro, e nel tempo libero.
Ci sarebbero tantissimi episodi da raccontare su Luigi, tanti da riempire un libro, ma uno recente voglio raccontarvelo.
Era una domenica di febbraio e con il mio fido cane e mia moglie eravamo andati a farci una passeggiata sulla riva del mare nella riserva del Borsacchio.
Alcune centinaio di metri a nord del Lido D’Abruzzo, da lontano, vedemmo un pescatore con un paio di canne.
Quando ci avvicinammo riconoscemmo Luigi intento a preparae l’esca e gli chiedemmo cosa facesse da solo in quel posto.
Dopo i saluti ci rispose che stava rilassandosi all’aria aperta in riva al mare, e alla domanda: cosa hai pescato?
La risposta fu “Lucià io vengo per riposarmi, poi se abboccano è tutto un di più, a me piace restare in riva al mare e tu lo sai, ricordi al fiume Vomano con zio Mario?”.
Continuammo la nostra passeggiata quasi fino a Cologna, e al nostro ritorno Luigi era ancora lì, tutto solo a rilassarci un saluto e lo lasciammo alla sua pesca.
Questo era Luigi Marini, stava bene da solo ma era anche un uomo dalla battuta facile e quando sentiva una stupidagiine da qualcuno, non rispondeva, alzava le spalle, squoteva la testa e non commentava.

Luciano Di Giulio
Vogliamo pubblicare a margine di questo ricordo personale, il commiato scritto e letto da una amico in comune con Luigi Marini, stiamo parlando del collega giornalista Lamberto Magnoni. Ricordo di averlo conosciuto alcuni anni fa a Roseto, in casa dell’amico fotografo Francesco, anzi fu lui a presentarmelo, ma all’epoca non sapevo fosse anche amico di mio cugino Luigi. Rivedere Lamberto all’interno della chiesa del Sacro Cuore, durante al funzione religiosa dei funerali di Luigi e poi alla fine chiamato da Padre Antonio Ghidoni per pronunciare (con estrema commozione e delicatezza) l’elogio funebre mi ha toccato tantissimo.
Grazie Lamberto per le tue belle parole.
Al termine della funzione insieme all’amico in comune Ezio ho chiesto se potevo pubblicare sul settimanale che dirigo il suo toccante elogio e con naturalezza e sincerità mi ha dato il suo consenso.
Qui di seguito le sue parole dette prima dell’ultima benedizione a Luigi Marini da parte del parroco

Elogio funebre

Ho fatto una promessa a Luigi quando il male aveva già fatto la sua comparsa, lasciando fin da allora poche speranze. “Devi dire quattro parole, è un impegno”. E a quell’impegno ora non posso sottrarmi.
E dunque comincerò con un pensiero che ho letto tanto tempo fa da qualche parte, e di cui non rammento neppure l’autore. Diceva presso a poco così: “Non sarebbe stato gentile né giusto se andandomene avessi detto alla mia famiglia e agli amici: arrivederci a presto. C’è però una cosa che mi preme dirvi, miei cari, ed è questa: sgranate i vostri occhi e salite in macchina, o in moto, o in bici o se non avete nessuno di questi mezzi, usate le gambe, correte, oppure semplicemente camminate, ma è importante che manteniate lo sguardo fisso all’orizzonte. E se avrete la fortuna che ho avuto io, vedrete, nell’infinito, il piccolo punto rosa della felicità….”.
Ecco, caro Luigi, in questo giorno per tutti noi tristissimo ti ho subito accreditato di una conclusione serena, del tutto consona al tuo carattere, al tuo modo di essere, alla tua fiducia nella vita, nella vita che qui ci è dato di interpretare e in quella che ci è oscura.
Con te è stata amicizia immediata. Una amicizia fatta da sempre di rispetto reciproco, di incontro tra due caratteri molto diversi, ma che in molte cose si compensavano reciprocamente. Io restio a parlare troppo; tu scanzonato e veloce di lingua, pronto alla battuta scherzosa. Ti bastava uno scambio di parole, spesso solo un’occhiata per esprimere un commento salace, mai con malizia però. Eri capace di capire al volo qualsiasi tipo di situazione, perché ti guidava la fiducia nel prossimo, anche quando non ti è stata ripagata con la stessa moneta.
E poi ai miei occhi e alle mie orecchie, ma penso anche per tutti voi, Luigi rappresentava uno degli ultimi esemplari di una Roseto che va scomparendo – e scusate il giudizio di un rosetano solo di adozione. Bello, aitante, con un passato giovanile da sportivo di livello professionistico, ha sempre conservato il gusto della battuta che coltivava nelle sue espressioni più antiche, quelle che usavano gli anziani di generazioni ormai passate. In questo era una sorta di dizionario vivente, i cui termini (quanti sono in grado di comprenderli e di usarli colloquiando oggi?) gli derivavano dalla sua capacità di assimilazione e dalla dimestichezza con personaggi che di Roseto sono stati a lungo veri e propri attori, in una dimensione capace di superare i confini locali. Con lui, chi gli è stato intimo ha vissuto una sorta di teatro, di cui Luigi e alcuni dei suoi amici più stretti sono stati protagonisti inimitabili.
Eppure non sempre la vita gli era stata benigna. Traversie e problemi che lui ha saputo affrontare a viso aperto, senza complessi, sapendo reagire con fermezza ogni qualvolta la fortuna gli si è dimostrata poco amica, ma capace di mantenere sempre, in ogni occasione, quella generosità d’animo che ha conservato fino all’ultimo.
E che dire della sua passione, del suo amore per il mare? Non è stata cosa da poco, perché per Luigi mare significava godimento della vista e pacificazione dell’animo. Da quando fortunate e impreviste circostanze della vita, delle quali Luigi ha sempre ringraziato il Cielo, gli avevano fatto dono anche di uno scafo – e fu subito Achab! – era come tornato un po’ bambino, alimentando nei suoi appassionati racconti storie di pescate, di prede grandi e piccole, di ore in armonia con la natura e con se stesso.
Una ritrovata armonia che purtroppo è durata troppo poco. E’ stata sufficiente una manciata di mesi perché un’avida malattia lo portasse via a chi gli ha voluto bene, ai familiari, agli amici, alla sua Roseto. Luigi, dopo quel colpo di fulmine a ciel sereno, ha saputo sopportarla con dignità, mai lamentandosi, consapevole della ineluttabilità di una fine segnata, addirittura spesso capace di consolare lui chi tentava di infondergli il coraggio di una speranza.
Te ne sei andato, compagno carissimo di momenti irripetibili. Come tutti coloro che ti hanno conosciuto, apprezzato, amato, in questo momento provo quello che si prova per un amico perduto. E già mi chiedo: come starà? che cosa penserà? Ma tu non badarci: aspettaci, e quando sarà il momento, unico come sempre, accoglici con una battuta delle tue.
Magari, chissà, con un “Se non lo sai, sàllo: Addèje, mammà, ècche funziona tutt…!”.

Lamberto Magnoni

Giulianova e il centenario della Vittoria 1915-1918

Giulianova. Sinergia Comune-associazioni combattentistiche per la predisposizione delle iniziative in occasione del 100° anniversario della Vittoria (1915-1918) e per la giornata delle Forze Armate e dell’Unità nazionale.

Molte le novità che si profilano per le celebrazioni di quest’anno. Per il 2 novembre, infatti, oltre alla deposizione delle corone ed alla Santa Messa cui per la prima volta parteciperà un rappresentante del Sovrano Militare Ordine di Malta, nel cimitero si procederà allo scoprimento della targa in ricordo dell’agente di Polizia – Guardia di Città giuliese Francesco Paolo Rossi, morto a Verona durante la 1^ Guerra Mondiale, figura riscoperta grazie alle ricerche storiche del Commissario per la delegazione di Teramo delle Guardie d’Onore Walter De Berardinis. Verranno inoltre letti tutti i nomi, cognomi ed età dei 144 caduti della Grande Guerra.
Il 3 novembre, per chiudere degnamente il 100° anniversario, si terrà un convegno su “Giulianova e la Guerra 1915-1918” con lo storico Sandro Galantini che relazionerà sulle vicende cittadine nell’ultimo anno di guerra, il 1918, mentre De Berardinis illustrerà due progetti per il 2019 ed alcune notizie inedite sui 144 caduti di Giulianova.

Il 4 novembre, grazie all’azione di supporto dell’Amministrazione comunale, si avrà la chiusura solenne del centenario con la Fanfara dei Bersaglieri di Pescara e lettura di tutti i caduti della 1^ Guerra mondiale in prossimità del monumento ai Caduti al lato della chiesa di San Flaviano. Poi sfilata finale al Lido, sul Lungomare, e chiusura della manifestazione con la lettura dei marinai caduti nella Grande guerra non presenti nella lapide di piazza Dalmazia.

Incidenti stradali in provincia di Teramo

La provincia di Teramo ha la maglia nera in Abruzzo per numero di incidenti e numero di feriti rispetto alle altre province.
Roseto degli Abruzzi con 87 incidenti e con le 5 vittime ha il numero più alto in provincia di Teramo.

Questo quello che emerge dal rapporto 2017 che l’Aci, l’Automobile Club Italia ha diffuso sugli incidenti che si sono verificati sulle strade italiane ripartiti per regioni, province e comuni e che in Abruzzo ha contato 2946 incidenti con 69 morti e 4.395 feriti.

Secondo quanto emerge dai report,
la provincia di Teramo (su un parco circolante di 275 mila 969 veicoli) ha registrato 846 incidenti con 20 morti e 1275 feriti.
Quello di Teramo è il numero di incidenti più alto rispetto alle altre province se si considera che
L’Aquila ha contato 626 incidenti (con 22 morti e 967 feriti),
Pescara 745 incidenti (con 9 morti e 1.054 feriti),
Chieti 729 incidenti (con 18 morti e 1099 feriti).

Il maggior numero di sinistri nel 2017 si è verificato nel capoluogo visto che
Teramo ci sono stati 134 incidenti,
Giulianova con 118 incidenti (tutti senza vittime)
Roseto con 87 incidenti ma 5 vittime (numero più alto in provincia di Teramo).
Seguono per numero di incidenti
Pineto con 58 casi
Alba Adriatica con 57 incidenti e una vittima.

“Sono numeri impressionanti – commenta il presidente dell’ACI di Teramo Carmine Cellinese – e il triste primato detenuto dalla nostra provincia sull’incidentalità, così come sul numero dei feriti, ci rende se possibile ancora più ostinati in quel lavoro di prevenzione e sensibilizzazione che l’Aci di Teramo porta avanti nelle scuole. Da un lato infatti crediamo che sia indispensabile diffondere la cultura della sicurezza nei ragazzi per incoraggiare una guida responsabile, ma dall’altro abbiamo attivato anche dei tavoli di lavoro per pungolare le istituzioni e le amministrazioni pubbliche affinché curino con maggiore solerzia il patrimonio della viabilità gravemente compromesso dal dissesto idrogeologico, ma anche dalle manutenzioni esigue.

Il mio appello va dunque alle istituzioni affinché collaborino insieme all’Aci per individuare priorità e avere contezza delle situazioni di maggiore pericolo che possono verificarsi sulle arterie provinciali e comunali. Nel frattempo, anche per il 2019, stiamo allestendo un ricco cartellone di iniziative per coinvolgere un numero sempre maggiore di bambini e adolescenti nei programmi di sensibilizzazione che l’Aci porta avanti nelle scuole”.

Incidenti, morti e feriti per provincia
Regione Abruzzo – Anno 2017

PROVINCIA POPOLAZIONE** CIRCOLANTE* Incidenti Morti Feriti

L’AQUILA 300.404 271.545 626 22 967
TERAMO 308.284 275.969 846 20 1.275
PESCARA 319.388 264.003 745 9 1.054
CHIETI 387.120 349.091 729 18 1.099
TOTALE ABRUZZO 1.315.196 1.160.608 2.946 69 4.395

CAPITANERIA PORTO GIULIANOVA VISITA DEL PRESIDENTE TAR ABRUZZO

Nella giornata di sabato 6 ottobre, la Capitaneria di porto di Giulianova ha ricevuto la visita dell’avvocato Antonio Amicuzzi, Presidente del Tribunale amministrativo regionale per l’Abruzzo.
Ad accoglierlo, il Comandante del porto, Tenente di Vascello Claudio Bernetti, che ha aperto le porte del Comando giuliese al Presidente Amicuzzi, promuovendo così un significativo momento di incontro tra l’Istituzione marittima cittadina e la carica di vertice dell’organo di giurisdizione amministrativa regionale.
Nel corso dell’incontro, l’Avv. Amicuzzi ha avuto modo di approfondire le molteplici competenze attribuite al Corpo delle Capitanerie di porto, con particolare riferimento alle funzioni amministrative – che completano quelle tecnico-operative – assicurate dall’Autorità marittime operanti sul territorio nazionale, in ragione della propria dipendenza funzionale – su tutti – rispettivamente dal Ministero dei Trasporti, dal Ministero dell’Ambiente e dal Ministero delle politiche Agricole, alimentari e forestali.
Il Presidente Amicuzzi, inoltre, ha avuto modo di conoscere più approfonditamente l’intensa attività condotta dalla Guardia Costiera di Giulianova e dai suoi quattro Uffici marittimi dipendenti, lungo l’intera costa teramana in materia di sicurezza della navigazione, tutela dell’ambiente marino e delle risorse ittiche.
L’incontro è terminato con la rituale firma del Libro d’onore e la consegna al Presidente di un manoscritto sulla storia della componente terrestre delle Capitanerie di porto, che operano sul mare e per il mare, tutelando prima di tutto il territorio costiero.
“La visita odierna del Presidente Amicuzzi alla Guardia Costiera di Giulianova – ha dichiarato il Comandante Bernetti – è motivo di profondo orgoglio per l’Amministrazione che ho il privilegio di rappresentare, ed è espressione della particolare attenzione rivolta all’attività operativa e amministrativa che la Guardia Costiera conduce sul territorio; il porto di Giulianova e, nel complesso, l’intera realtà costiera teramana, puntano in alto e, in ottica prospettica, devono guardare lontano”.
“È con grande onore che oggi ho incontrato la Capitaneria di Giulianova – recita testualmente la dedica che il Presidente Amicuzzi ha lasciato nel libro d’onore – rilevandone la perfetta organizzazione e funzionalità a tutela della sicurezza in mare e degli interessi economici e sociali di questa importante zona della costa abruzzese”.

7 Giorni Roseto N. 37 del 7 ottobre 2018

L’uomo, l’atleta, l’imprenditore Luigi Marini ci ha lasciato prematuramente.
Nuove assemblee su palestra e pista ciclabile a Cologna Spiaggia.
Fondi per manutenzioni a Cologna, Borsacchio, Voltarrosto, Casal Thaulero.
Le cifre del turismo fanno discutere.
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37 7 ottobre 2018