Roseto, presentato il nuovo Distretto Sanitario di Base

Entro la fine del mandato del Sindaco Sabatino Di Girolamo partiranno i lavori per il nuovo Distretto Sanitario di Base il cui progetto rappresenta una dei punti qualificanti dell’amministrazione comunale.

Il cronoprogramma dei lavori, il valore dell’intervento, i canali di finanziamento e i servizi erogati nella struttura sono stati definiti nel corso della conferenza stampa di presentazione del progetto a cui hanno preso parte il Sindaco Sabatino Di Girolamo, l’Assessore regionale alla Sanità Silvio Paolucci, il Direttore generale della Asl Roberto Fagnano, la direttrice sanitaria della Asl Maria Mattucci, e il Direttore del Cast (Coordinamento Assistenza sanitaria territoriale) Valerio Profeta e il nuovo direttore dell’attuale distretto sanitario di Roseto Giandomenico Pinto.

“Realizzare il distretto su un’area pubblica – ha dichiarato il sindaco Di Girolamo – ci ha con-sentito di accorciare notevolmente i tempi di questo progetto a cui teniamo particolarmente anche perché finora abbiamo i servizi sanitari quali il 118, il consultorio e il Dsb tutti decentrati tra loro. Con il nuovo distretto andremo a concentrare in un unico polo sanitario tutti i servizi dando una risposta alla vallata del Vomano, ma anche ai turisti visto che d’estate la popolazione triplica”.

L’operazione, come ha puntualizzato il sindaco, è stata resa possibile grazie anche alla stretta sinergia con la Asl di Teramo ma anche grazie alla filiera politica con la Regione Abruzzo grazie alla quale si stanno compiendo i progetti di riqualificazione del Pontile, la messa in sicurezza degli argini del Tordino, la cessione dello Iat al Comune e il riutilizzo dell’autoporto.

Alla conferenza stampa era presente il già deputato Tommaso Ginoble che questo progetto l’ha avuto a cuore e seguito sin dalla fase embrionale. “Qualche volta, e finalmente, la politica e le istituzioni fanno il loro dovere – ha dichiarato Ginoble -. I cinesi dicono che ogni cammino inizia con un piccolo passo e oggi questo passo è stato compiuto. Siamo orgogliosi di dare risposte a una comunità che sentiva questa esigenza da tempo. Sento spesso critiche all’amministrazione per non essere riu-scita a dimostrare quello che vale dopo due anni che abbiamo dovuto trascorrere a fare il recupero dei conti e delle finanze. L’atto di oggi a mio giudizio – ha concluso Ginoble – segna una svolta per Roseto che caratterizzerà anche le generazioni future. Da oggi di atti più o meno grandi ce ne saranno molti altri perchè Roseto merita questa importanza grazie alla sua vivacità economica, sociale e culturale”.

Il direttore generale della Asl Roberto Fagnano ha messo in evidenza come le vecchie strutture non sono più conformi dal punto di vista della sicurezza per cui il nuovo Dsb risponde sia a esigenze di sicurezza, ma anche alle necessità di sviluppo della medicina sul territorio. “La deospedalizzazione ci impone la necessità di un Dsb di qualità, e su Roseto in tal senso abbiamo investito molto aspettandoci un aumento del numero di prestazioni e verificando anche la disponibilità di una Residenza assistenziale sanitaria (Ras) e di una Residenza assistenziale protetta (Rap) di circa 40-60 posti”.

Si è detto molto orgoglioso anche l’assessore regionale alle Politiche della Salute Silvio Paolucci che politicamente ha lavorato molto per questo traguardo e si è detto soddisfatto del rispetto dei tempi con i quali è stato portato avanti l’indirizzo politico. “Peraltro questo intervento – ha dichiarato l’assessore – è importante per la Regione perché dal punto di vista dell’assistenza si proietta in un futuro di maggiore attenzione verso le persone fragili, gli anziani soli e i pazienti cronici o in condizioni di non autosufficienza. La Regione è stata brava a occupare questo spazio, prevedendo una residenzialità per anziani con titolarità pubblica in una fascia territoriale popolosa. Siamo stati dunque in grado di rispondere al fabbisogno con una operazione di grande respiro sotto il profilo della riqualificazione cittadina e sanitaria”.

La necessità di un nuovo distretto sanitario nasce sia dalla volontà di dotare la città di Roseto di una nuova struttura (in considerazione delle condizioni fatiscenti e inadeguate del vecchio presidio), ma anche dalla considerazione che l’assistenza medica attuale, in Italia, sta andando verso le strutture territoriali. Oggi, e sempre di più in futuro, ci si ricovera in ospedale solo per le emergenze e per la chirurgia programmata. Due terzi delle risorse economiche del Sistema sanitario sono a carico del territorio. Quindi, è strategicamente molto importante avere un Distretto come quello previsto dal piano sanitario regionale propriamente definito come “Distretto della costa”.

A fine settembre il Consiglio comunale di Roseto ha provveduto a deliberare la cessione di proprietà del vecchio distretto alla Asl di Teramo. Si è trattato di un passaggio propedeutico al perfezionamento amministrativo degli atti poiché – in virtù di una legislazione preliminare – il distretto sanitario di base era considerato catastalmente di proprietà del Comune di Roseto. Tuttavia per effetto di una successione di legge (la 502 del 92 che ha introdotto l’aziendalizzazione delle unità sanitarie locali) questa proprietà è passata alle Asl come una sorta di atto dovuto. Il Comune ha provveduto così a formalizzare anche questo passaggio catastale in modo da cedere l’attuale distretto alla Asl e arrivare infine a un accordo di programma per il nuovo distretto sanitario che nascerà a Roseto sud a Piazza Marco Polo, un’area pubblica adiacente al palazzetto dello sport, vicino la ferrovia, e in grado di intercettare tutto il bacino di utenza della Vallata del Vomano e Pineto.

Il nuovo Dsb di Roseto sarà una sorta di mini-ospedale di 4.250 metri quadrati e avrà un valore complessivo di 4 milioni e 800mila euro, la cui realizzazione- come hanno spiegato nel corso della conferenza stampa il direttore Roberto Fagnano e Valerio Profeta – avverrà parte con un finanziamento pubblico, parte attraverso risorse della Asl e attraverso il cofinanziamento derivante dall’utilizzo della vecchio Dsb che il comune ha ceduto all’azienda sanitaria e in parte attraverso un appalto privato misto a permuta. Il progetto prevede anche un’area verde attrezzata di 1200 metri quadrati e un parcheggio di 2.100 metri quadrati coperto da pannelli fotovoltaici per dare energia alle strutture. Il nuovo Dsb infatti si comporrà di un primo corpo anteriore di due piani contenenti le strutture distrettuali, e poliambulatori, e di un corpo posteriore di tre piani dove ci saranno la Ras e la Rap. L’area verde sarà compresa tra i due corpi e sarà fruibile in parte dal distretto, mentre una parte resterà ad uso esclusivo della Rsa la cui gestione è sotto responsabilità organizzativa della Asl, ma i cui servizi potranno essere affidati a privati.

Come puntualizzano i due consiglieri Celestino Salvatore e Adriano De Luca, che hanno seguito da vicino l’iter insieme al sindaco Sabatino Di Girolamo, si tratta di una struttura destinata a ricoveri a bassa intensità per pazienti anziani o post operatori dove la parte sanitaria è ridotta sostanzialmente alla sorveglianza del paziente. Inoltre, il Dsb conterrà il centro operativo del 118, le Uccp (Unità complesse di cure primarie) che sono associazioni di medici di base, le Ncp (Nuclei di cure primarie) e le Utap (Unità territoriale di assistenza primaria). Il polo sarà dotato di sportelli al pubblico (cassa, Cup, scelta e revoca medi-co, Punto unico di accesso), servizio Assistenza domiciliare integrata, Radiologia territoriale di primo livello, Fisioterapia e riabilitazione e uffici distrettuali. Infine, ma non per ultimo, il Dsb contiene anche la parte operativa dell’Aft (Aggregati funzionali territoriali) ovvero quei medici che organizzano il servizio sanitario di base, insieme al Distretto: dalle vaccinazioni alla medicina preventiva ai progetti di coordinamento ospedale – territorio.

Al Distretto Sanitario Di Base farà riferimento una popolazione di circa 200.000 (duecentomila) cittadini della fascia costiera appartenenti alla ASL di Teramo. La sua collocazione è stata definita nel Piano Sanitario Regionale che ha scelto Roseto, non solo perché è la città più grande della Provincia, ma perché è baricentrica rispetto al territorio che deve servire.

Roseto, 360 nuovi loculi nel cimitero entro il 2019

Il cimitero di Roseto verrà presto ampliato. Approvato dalla Giunta il progetto che prevede la costruzione di 360 nuovi loculi, su un totale di 900.

Verrà data quindi una risposta importante tenuto conto che la principale area cimiteriale cittadina ha una carenza di loculi che ha costretto i familiari di alcuni defunti a procedere con la tumulazione nei cimiteri delle frazioni. La realizzazione delle nuove cappelle verrà coperta con un mutuo di 500mila euro grazie alla Cassa Depositi e Prestiti a cui il Comune si è rivolto, nella speranza ovviamente di ottenere il finanziamento.

Il progetto esecutivo andrà in gara d’appalto entro primi mesi del prossimo anno. L’obiettivo del sindaco Di Girolamo e dell’assessore Tacchetti è quello di riconsegnare questo primo lotto entro il 2019.

“Si tratta questo di un intervento”, spiega il vice sindaco Simone Tacchetti, “che ha origine nel 2012, quando l’amministrazione guidata dall’ex sindaco Enio Pavone mise in vendita i loculi su carta, ma senza realizzarli visto che i soldi incassati furono utilizzati per coprire la spesa corrente. Così su quell’intervento, quantificato in 2milioni e 74 mila euro, a noi è toccato finire di incassare 714mila euro per coprire somme già spese in passato, per di più ritrovandoci in piena emergenza loculi”.

Tacchetti ha sottolineato inoltre come l’attuale amministrazione si sia fatta quindi carico, tramite un mutuo, di dare una risposta alle tante persone che hanno già pagato i loculi mai realizzati.

Il tutto col paradosso che alcune di loro sono nel frattempo venute a mancare e il Comune è stato costretto anche ad anticipare quelle spese necessarie a concedere loculi temporanei nei cimiteri periferici visto che a Roseto centro non ce ne sono più. Con questo intervento ci sarà anche la possibilità di ricavare dei campi per la sepoltura a terra visto che nel cimitero centrale erano terminati anche quegli spazi.

“Tuttavia”, conclude Tacchetti, “per dare una sepoltura dignitosa ai defunti l’amministrazione per questa annualità ha dovuto rinunciare ad altre priorità come il piano asfalti. Si tratta questo di un obiettivo imprescindibile, che però ci siamo visti costretti a rimandare ai successivi esercizi”.

Di Bonaventura presta giuramento nel primo Consiglio da Presidente

Un invito a tutti i consiglieri a “lavorare insieme per il bene della comunità”.

Subito dopo l’assise, Assemblea dei Soci della Gran Sasso Teramano

“Non mi interessa da dove venite, mi interessa dove volete andare e se vogliamo farlo insieme per il bene della comunità” questo uno dei passaggi significativi del discorso del presidente Diego Di Bonaventura subito dopo la formula del giuramento,  nel suo primo Consiglio Provinciale.

“Non porto alla vostra attenzione il programma di mandato, lo farò presto ma essendo una persona che vive nella concretezza e nella praticità, in questi giorni ho preferito occuparmi di alcuni problemi la cui soluzione è urgente: la stagione invernale di Prati di Tivo e Prato Selva che rischia di saltare,  il Piano neve che gli uffici stanno preparando con l’inverno che incombe, il Ponte sul Vomano, una vicenda che si sta ingarbugliando sempre di più ma noi dobbiamo fare di tutto per non perdere l’opera” ha spiegato ai consiglieri il Presidente aggiungendo: “continuerò a fare quello che di buono è stato fatto e certamente Renzo Di Sabatino lascia un buon patrimonio di investimenti ma su alcune questioni non pensavo ci fossero tante difficoltà: sulla montagna è una corsa contro il tempo e debbo ringraziare il presidente protempore della Regione Abruzzo che ha promesso il suo impegno per un finanziamento di circa 200 mila euro che ci consentirebbe di fare la manutenzione straordinaria degli impianti. Ma è l’ultima volta, perché, ora, insieme agli operatori, stanchi e rassegnati, dobbiamo trovare una soluzione definitiva per la gestione”.  Una soluzione ricercata anche stasera nel confronto fra i soci della Gran sasso teramano – riuniti in questo momento in Provincia – alla presenza del responsabile della sicurezza, l’ingegner Marco Cordeschi. A margine ha annunciato che la Provincia di Teramo ha ottenuto un altro finanziamento di circa 10 milioni per l’edilizia scolastica.

Gli interventi dei consiglieri.

Mario Nugnes ha preso la parola per annunciare la sua uscita dalla Casa dei Comuni e la costituzione di un gruppo misto anticipando la volontà di formare un Gruppo civico insieme ad altri consiglieri. “Ritengo corretto e necessario, dopo l’elezione del presidente Diego Di Bonaventura e in attesa del rinnovo del consiglio, aderire al Gruppo Misto. Ho sempre lavorato, e continuerò a farlo, per il bene del territorio, al di là delle appartenenze partitiche, per questo con altri colleghi consiglieri che condividono questa prospettiva stiamo lavorando per formare un gruppo civico, anche in vista del rinnovo del Consiglio previsto nel 2019. Con Di Sabatino e Mauro Scarpantonio ho avuto l’opportunità di fare una grande esperienza, ora faccio un passo laterale per correttezza ma il mio è un invito anche ad altri consiglieri a guardare oltre i tradizionali schieramenti”.

Mauro Scarpantonio (Casa dei Comuni):

“Mi spiace per Mario Nugnes ma apprezzo la sua scelta, al Presidente voglio dire che c’è la nostra disponibilità a lavorare e che apprezziamo la linea che ci pare di intravedere nel suo discorso. Io credo che Di Sabatino vada ringraziato per i risultati raggiunti e per come ha condotto questo ente, anche per la questione relativa agli impianti scissitici va sottolineato che ha trovare una società piena di debiti che oggi è stata risanata”.

Mirko Rossi (casa dei Comuni:

“Siamo di fronte ad una situazione istituzionale ibrida, un nuovo presidente eletto con un consiglio che non ha scelto e che non sappiamo se verrà rinnovato a prorogato alla scadenza di gennaio. La Provincia, certamente, deve recuperare la tangibilita del ruolo e sicuramente, anche alla luce dell’esperienza fatta, questi enti possono assumere un ruolo piu identitario quando vengono meno le rigidità degli sbarramenti partitici. Io credo che in questi anni Aabbiamo operato nel migliore dei modi possibili. Adesso, Presidente, lei ha una responsabilita operativa: prendere in mano le redini dell’ente. Lavoriamo insieme non disconoscendo quello che è stato fatto, l’invito a non attendere le elezioni del Consiglio per fare delle scelte”.

Severino Serrani (capogruppo La Forza del Terriorio):

“Mi fa piacere la decisione del consigliere Nugnes e apprezzo le parole di Rossi e Scarpantonio. C’è tanto da lavorare e riconosco che anche in passato c’è stato impegno e spesso in emergenza ma la Provincia ne è uscita a testa alta. Però è anche vero che i problemi ci sono e su questi va fatta una nuova riflessione: i pagamenti alle imprese che si trovano in difficoltà, i problemi degli edifici scolastici, il Piano neve, il dimensionamento scolastico (domani in regione ci sarà una prima riunione cui parteciperà il consigliere a nome dell’ente ndr), il Servizio Civile da gestire, i fondi del DM 49  per la viabilità, qui qualcosa è stato fatto ma c’è ancora tanto da fare. Non faremo mancare il nostro aiuto e la nostra collaborazione”.

Gianluca Ginoble a Trieste per non dimenticare

Gialuca Ginoble insieme ai suoi amici del gruppo “Il Volo ha cantato l’Inno di Mameli in occasione della commemorazione dei caduti del 4 novembre nella città di Trieste. 

Il rosetano Gianluca Ginoble, con gli amici de Il Volo Ignazio Boschetto e Piero Barone hanno così concluso la cerimonia alla quale ha partecipato anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che non ha dimenticato le vittime del maltempo di questi ultimi giorni, ringraziando anche l’impegno delle forze armate.

I tre artisti de Il Volo hanno arricchito la manifestazione, intonando l’Inno di Mameli a conclusione dei discorsi dei presenti che hanno rimarcato l’importanza della giornata dedicata ai Caduti in Guerra, con la scelta di celebrare l’anniversario al Sacrario di Redipuglia e piazza dell’Unità d’Italia a Trieste.

7 Giorni Roseto N. 43 del 18 novembre 2018

Conferita Croce di Bronzo a vigile del fuoco.
Roseto, 360 nuovi loculi entro il 2019.
Roseto, la raccolta differenziata a scuola.
Roseto, movida sicura o saranno istituite zone Daspo.
Leggi anche il numero 42 SPECIALE per non dimenticare 2018.
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7 Giorni Roseto N. 43 del 418 novembre 2018 nuovo

Roseto: presentazione libro dei caduti e decorati

Sabato 10 novembre all’interno della sala consigliare del municipio di Roseto degli Abruzzi si sarà la presentazione del volume dedicato ai caduti e decorati rosetani  delle due guerre mondiali.

Il volume è il frutto di otto anni di ricerche effettuate dagli autori in vari archivi, e da consultazioni di libri, comparando nomi, luoghi e date, oltre che direttamente dalle testimonianze di parenti dei tanti soldati, contattati dai due ricercatori.

Il libro dal titolo “Roseto degli Abruzzi. Caduti e decorati della Prima e Seconda Guerrra Mondiale”.” è formato da 160 pagine e al suo interno troviamo 4 capitoli e ben 10 parti.

Gli autori del volume sono Emidio D’Ilario, presidente del Circolo Filatelico Numismatico Rosetano e il giornalista e scrittore Luciano Di Giulio che insieme hanno ripercorso le due guerre e contribuito alla ricerca di tanti soldati dimenticati.

Il libro esce in occasione delle commemorazioni dei 100 anni della prima guerra mondiale (1918-2018) che si stanno svolgendo in tutta Italia,

Il sindaco nel suo saluto ai cittadini nel libro ha scritto: “Emidio D’Ilario e Luciano Di Giulio, appassionati collezionisti e studiosi di filatelia, hanno dato alle stampe un lavoro encomiabile per diversi motivi. Hanno ricostruito alcune pagine fra le più difficili dei due conflitti mondiali. Il volume fa conoscere Roseto più da vicino, nel suo farsi storico, rappresentato da uomini, che forse non hanno avuto voce, ma che non devono rimanere solo nomi sulla pietra”.

Vogliamo rimarcare “ad alta voce” che il libro ha ottenuto l’autorizzazione da parte della Presidenza dei Consiglio dei Ministri a poter utilizzare il logo ufficiale delle commemorazioni del centenario della prima guerra mondiale.

E la prima volta che una pubblicazione di Roseto degli Abruzzi (dal 1860 a oggi) ottiene questa importante e gratificante autorizzazione da parte del Consiglio dei Ministri.

Ritrovato dai due autori lo stendardo ufficiale della sezione di Roseto degli Abruzzi dell’Istituto del Nastro Azzurro, che si credeva perduto ormai danni e oggi rimesso a nuovo sarà presente nel convegno e alla manifestazione.

Per questo motivo e anche grazie al suo archivio nazionale dove D’Ilario e Di Giulio hanno attinto le motivazioni delle decorazioni ai caduti rosetani, che invitato, sarà presente al convegno un rappresentante di Roma dell’Istituto, il luogotenente Domenico Caccia che illustrerà gli scopi e i valori principale dell’Istituto del Nastro Azzurro

L’autore Emidio D’Ilario a proposito del volume dice: “Un libro voluto per non dimenticare i nomi dei tanti soldati che hanno immolato la propria vita per la Patria e la libertà.

Il libro è stato scritto per questo motivo, per dare il meritato e giusto riconoscimento ai giovani soldati che sono caduti nell’adempimento del dovere, e che hanno tutto il diritto di essere ricordati per l’eternità.

Uno dei relatori del convegno è don Cesare Faiazza, attuale vicario generale della Famiglia dei Discepoli, chiamato personalmente dagli autori del libro, che lo hanno voluto da Roma come ospite alla manifestazione rosetana, chiedendogli di illustrare ai presenti le finalità del sodalizio di cui fa parte.

Il giornalista e autore Luciano Di Giulio ha scritto nell’introduzione: “Con questo libro vogliamo mettere nero su bianco il lungo lavoro di ricerca e di comparazione di nomi, date e avvenimenti che ripercorrono i due conflitti mondiali avuti in Italia, e che hanno coinvolto tantissimi giovani del nostro territorio. Fino a oggi non esisteva un libro, così completo, che raccogliesse i nomi dei soldati paganesi e rosetani caduti e di quelli decorati sia nella prima che nella seconda guerra mondiale.

Durante la giornata di sabato, all’interno del municipio di Roseto, sarà attivo e funzionante un ufficio distaccato delle Poste Italiane, con propri dirigenti e dipendenti che obliterà tutta la posta in partenza con un apposito annullo filatelico creato e proposto dalla segreteria della manifestazione “Per non dimenticare” e approvato e realizzato dalle Poste Italiane.

 

Il prof Elso Simone Serpentini che ha curato la prefazione del volume ha scritto: “Il lettore sfoglierà queste pagine con curiosità, ma soprattutto con rispetto, dovuto alla memoria di chi è caduto sui campi di battaglia o su un letto di ospedale militare, sotto il piombo di un nemico affrontato in campo aperto o in un’imboscata, per i postumi di una grave ferita o di una malattia mortale contratta in trincea.

L’organizzazione per meglio valorizzare l’evento ha fatto stampare due cartoline ricordo illustrate a tema che saranno distribuite durante la manifestazione e il convegno.

La presentazione del volume si svolgerà nell’ambito della settima edizione della manifestazione “Per non dimenticare 2018”, durante il convegno “Caduti e decorati rosetani della prima e seconda guerra mondiale.

Durante la giornata di sabato 10 novembre, dedicata al convegno, nella sala del consiglio del municipio sono state allestite alcune mostre a tema sui caduti, decorati, la prima e seconda guerra, Gabriele D’Annunzio, Tommaso Cascella, Croce Rossa Italiana, filatelia e guerra, Cefalonia 1943 e altre tematiche, che resteranno aperte fino a sabato 17 novembre, con visita gratuita.

Alla manifestazione sono stati invitati le varie associazioni d’arme e combattentistiche e i vari rappresentanti delle forze armate e di polizia provinciali e regionali.

Invitata come relatore al convegno la direttrice dell’Archivio di Stato dei Teramo, la dott.ssa Carmela Di Giovannantonio, che nel suo intervento illustrerà le finalità e il valore territoriale degli Archivi di Stato di Pescara e di Teramo, da lei diretti e la loro importanza culturale per non dimenticare nessun soldato caduto nelle due guerre.

Nel convegno si sabato 10 novembre, con inizio alle ore 9,30, oltre alla presentazione del volume ci saranno interventi del dott. Luca Angeli e del prof. Elso Simone Serpentini che illustreranno rispettivamente la prima e seconda guerra mondiale, e ci saranno ricordi particolari con nomi e luoghi dei combattimenti.

Angeli nel suo intervento illustrerà in particolare e per la prima volta in un convegno a Roseto degli Abruzzi alcuni nomi di soldati di Montepagano che hanno combattuto con la divisa americana.

Invitato alla manifestazione il dott. Mario De Bonis che reciterà una preghiera per i caduti.

Modera il convegno il giornalista Walter De Berardinis.

Subito dopo la presentazione del volume saranno consegnati ai parenti dei caduti degli attestati di partecipazione, e saranno altresì consegnati alcuni attestati alla memoria dei soldati rosetani decorati.

Anastasia Di Giulio

Diego Di Bonaventura nuovo Presidente Provincia di Teramo

Testa a testa fino all’ultima scheda alle elezioni provinciali di secondo livello a Teramo, tra i due candidati di centrosinistra e centrodestra.

Con il meccanismo del “voto ponderato” alla fine l’ha spuntata a sorpresa Diego Di Bonaventura, sindaco di Notaresco, che ha sconfitto Giuseppe D’Alonzo (sindaco di Crognaleto), del centrosinistra, che sulla carta appariva in vantaggio, considerata la prevalenza di quest’ultima coalizione nelle principali città del territorio provinciale.

Sulla sconfitta pesa comunque anche lo scioglimento nei giorni scorsi del consiglio comunale di Giulianova (centrosinistra), i cui rappresentanti non hanno potuto partecipare al voto.

Con il 53,87% (282 voti, voto ponderale 48011)  il sindaco di Notaresco, Diego Di Bonaventura, candidato della compagine di centrodestra, è il nuovo presidente della Provincia di Teramo. Giuseppe D’Alonzo, candidato del centrosinistra, si è fermato al 46,13 % (232 voti, voto ponderale 41 177).

Di Bonaventura è stato proclamato ufficialmente Presidente al termine dello spoglio.

Ha votato l’85% degli aventi diritto: 517 fra Sindaci e consiglieri, voti validi 514, una scheda bianca nella fascia Verde (Comune di Teramo) una scheda bianca nella fascia Rossa, una scheda nulla nella fascia Blu.

“Il primo pensiero va a Valter Catarra e alla sua famiglia perché sono entrato in Provincia e in politica per lui – ha dichiarato il neopresidente – lui sarebbe felice per me, di solito gli uomini sono gelosi e invidiosi, lui, invece era un politico sempre  felice dei successi degli altri. Il secondo pensiero è alla provincia, intesa come territorio, so che da questo momento dovrò cambiare il mio modo di pensare e di essere: non più Diego Di Bonaventura di Notaresco ma da Notaresco e attento a tutto il territorio”

Risultati dello scrutinio delle elezioni a Presidente della Provincia

Diego Di Bonaventura: 48011 voti ponderati

Giuseppe D’Alonzo: 41177 voti ponderati

De Bonis: la poesia da Roseto degli Abruzzi a Napoli

De Bonis: la poesia da Roseto degli Abruzzi a Napoli grazie alla mostra “I De Filippo il mestiere in scena”.

Mario De Bonis presente nella bellissima e unica location di Castel dell’Ovo a Napoli, invitato per assistere a “I De Filippo, il mestiere in scena” una mostra dedicata a Eduardo, Titina e Peppino.
La mostra partenopea ripercorre la storia di questa grande famiglia teatrale, che si svolgerà per cinque mesi, dal 28 ottobre 2018 fino al 24 marzo 2019, nelle storiche sale dell’intero Castel dell’Ovo.

In mostra lettere, costumi di scena, foto, video, copioni e manoscritti e materiale inedito, locandine conservati in archivi privati, in istituti e soprattutto nel fondo degli eredi Eduardo De Filippo, partendo dal capostipite Eduardo Scarpetta, il più importante attore ed autore del teatro napoletano tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento. Il pubblico incontrerà Eduardo attraverso i suoi film, le sue poesie e le sue canzoni.

La mostra monumentale, è voluta dalla famiglia De Filippo e promossa dal Comune di Napoli (Assessorato alla Cultura e al Turismo), curata da Carolina Rosi, Tommaso De Filippo e Alessandro Nicosia, Presidente di C.O.R. a cui si deve anche la produzione e si propone come un dialogo continuo tra i De Filippo ed il pubblico, nel rispetto del quale questa grande famiglia ha sempre lavorato e donato ogni giorno il suo mestiere.

Anche se non è possibile contenere in una mostra la storia di questa grande famiglia teatrale, l’esposizione “i De Filippo, il mestiere in scena” vuole essere una sorta di lanterna che il visitatore prenderà nelle mani per illuminare il variegato affascinante viaggio nel mondo “defilippiano”.

Un viaggio magico intrapreso, partendo da Napoli fucina di idee e di esperienze, che diventa ben presto metafora di un universo che travalica il tempo, oltre lo spazio e svela una umanità a volte disperata a volte attonita nella sua quotidiana lotta per la sopravvivenza fisica e morale.

Perché come scriveva Eduardo: “Puoi fare teatro se tu sei teatro perché il teatro nasce dal teatro…l’albero è uno, e i frutti sono pochi”.

Attraverso materiale inedito, lettere, foto, video, oggetti e centinaia di costumi, locandine, manifesti, copioni manoscritti e dattiloscritti, conservati in archivi privati, in istituti e soprattutto nel fondo degli eredi Eduardo De Filippo, partendo dal capostipite Scarpetta, incontreremo Eduardo anche nei film, nelle sue poesie, nelle sue canzoni… vivremo la sua forza, il suo rigore, la considerazione per il teatro e per il pubblico che lo portarono a non fermarsi nemmeno quando la vita fu terribilmente dura con lui.

Ritroveremo Luca, la sua lezione di umiltà nel seguire gli insegnamenti di Eduardo per poi diventare attore a tutto tondo, proiettato in una dimensione europea nell’arte della recita, della pausa e della controscena, senza mai dimenticare la lezione della tradizione da cui parte e che esplora con la sua Compagnia, con incursioni nel teatro di suo padre messo in scena negli anni, fino alle regie di un altro grande punto di riferimento artistico: Francesco Rosi.

L’esposizione è stata presentata nel corso di una conferenza nella Sala Giunta di Palazzo San Giacomo, sono intervenuti: Luigi de Magistris (Sindaco di Napoli), Nino Daniele (Assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli), Carolina Rosi i(curatrice della mostra), Tommaso De Filippo (curatore della mostra) e Alessandro Nicosia (curatore e organizzatore della mostra).

“Ogni ragazzo che incontrerà la famiglia De Filippo avrà più ragioni per intraprendere la strada della bellezza, della cultura, della rinascita e non quella della narcotizzazione delle coscienze”.
Questo l’auspicio del sindaco di Napoli, Luigi de Magistris che, nel ricordare il lavoro di Eduardo con i ragazzi dell’istituto Filangieri e poi quello del figlio Luca con i giovani di Nisida, ha affermato: “Anche dopo la morte, attraverso la loro arte potranno salvare giovani ed essere con noi cacciatori di talenti”.

De Magistris ha parlato dell’esposizione come “della più grande mostra mai realizzata sulla famiglia De Filippo”.
“Dopo la mostra su Totò – ha concluso – ora Napoli ricorda i De Filippo a dimostrazione che nel momento storico più difficile dal punto di vista economico e finanziario la città continua a puntare sulla cultura come arma principale di riscatto di un popolo”.

““Questa mostra era un sogno fortemente voluto – ha detto Carolina Rosi – che è diventato realtà e con cui vogliamo raccontare, soprattutto ai giovani che non li conosceranno, chi erano i De Filippo, una famiglia che ha calcato palcoscenici e lasciato scritti che raccontano il nostro Paese. Come Totò – ha aggiunto – i De Filippo sono di tutti e pertanto con la mostra abbiamo voluto che i napoletani e tutti coloro che verranno possano accarezzare oggetti, segreti, tesori che potevamo accarezzare soltanto noi. E’ un regalo alla città”.

Su una superficie di 1800 metri quadri, esposte scenografie originali, oltre 70 costumi originali e oggetti di scena, foto, video, manoscritti e dattiloscritti, manifesti, locandine, copioni.

Un lavoro di ricerca e di recupero portato avanti in oltre un anno da Tommaso De Filippo, figlio di Luca, che ha parlato di questo lavoro come “di un percorso importante ed emozionante che mi ha dato la possibilità di scoprire aspetti di famiglia che non conoscevo e che mi ha dato l’opportunità di riavviare rapporti con familiari di cui si erano un po’ perse le tracce”.

Da De Filippo è stato espresso l’auspicio che “in questa mostra le famiglie composte da figli, genitori e nonni possano venire a scoprire la storia di figli, genitori e nonni di una famiglia teatrale”.

L’esposizione è divisa in più sezioni tra cui una dedicata alle poesia, una al cinema, una, quella più ampia, naturalmente al teatro e alla commedia e una al rapporto con l’estero.

Crediamo sia stato questa sezione appunto “la poesia” il legame che congiunge l’arte dei De Filippo alla poesia delle opere del grande Eduardo, recitate in tutto il mondo, dal presidente dell’Associazione “Dal Vesuvio al Gran Sasso”, il dott. Mario De Bonis, che ha fatto pervenire a Roseto degli Abruzzo un invito personale da parte del sindaco di Napoli, Luigi de Magistris che unitamente all’assessore alla cultura e al turismo Nino Daniele, insieme alla famiglia de Filippo, hanno personalmente voluto De Bonis presente alla mostra “I De Filippo il mestiere in scena”.

“Eduardo – ha ricordato Alessandro Nicosia – è tradotto in 47 Paesi nel mondo e visto il grande interesse delle istituzioni centrali speriamo che l’esposizione possa girare il mondo. L’obiettivo è rappresentare al meglio la famiglia De Filippo, Napoli e il teatro napoletano”.

Nel bookshop allestito a Castel dell’Ovo saranno in vendita manufatti in ceramica realizzati dai ragazzi di Nisida con cui lavora la Fondazione Eduardo De Filippo e il ricavato sarà destinato alle attività laboratoriali dell’istituto di pena minorile. Alla presentazione ha partecipato anche l’assessore alla Cultura, Nino Daniele, che l’ha definita “il più grande omaggio di Napoli ai De Filippo”.